Tutte le strade portano a Roma: il Palazzetto dello Sport dell’Eur lo conferma. Nei giorni scorsi c’è stato L’oktagon Tsunami, prestigioso evento dedicato al kickboxing, disciplina in voga da anni anche nella Capitale. Sebbene prenda le mosse da un movimento che nasce negli USA. Il filo rosso tra Colosseo e America è forte anche per quanto riguarda il calcio e la Roma, gestita da due texani, è la dimostrazione più lampante.
Una sottile ma potente unione che si ripresenta alla prima occasione utile. A ricordarlo il campione italiano della disciplina, il giovane Mattia Faraoni, che nella manifestazione era presente – il più atteso – per difendere il titolo. Sul ring, invece del solito accappatoio, si è presentato con la maglia della Roma del 2016. Naturalmente con il numero 10 sulle spalle.
Mattia Faraoni, la Roma nel cuore
Il combattimento con il collega Danut Hurduc è andato bene, ma ha fatto scalpore la scelta del boxeur di omaggiare la Roma. Ai cronisti ha detto: “Questi colori mi hanno sempre accompagnato. Sono una costante della mia vita, specialmente nei momenti importanti”. A tal proposito, fra il pubblico c’era anche un’altra personalità molto amata dai romanisti: Radja Nainggolan.
Il Ninja è appassionato di kickboxing e ricorda sempre molto volentieri gli anni in giallorosso. Da quando ha lasciato la Capitale non si è mai sentito un avversario. Torna spesso all’ombra del Colosseo anche con la famiglia. Fino a qualche tempo fa aveva anche un negozio di abbigliamento e uno studio di tatuaggi e piercing.
Sul ring con la maglia di Totti
Gli investimenti nella Capitale, poi, sono cambiati: l’amore per la Città Eterna, però, è rimasto immutato. Così come per la squadra giallorossa. Mattia Faraoni ringrazia per la presenza e per il supporto, dato l’esito del combattimento non è escluso che il pugile possa riproporre lo stesso outfit una seconda volta.
Quindi la maglia di Totti resta appesa sulla stampella per essere indossata al prossimo combattimento. Il ragazzo scalda i guantoni e i cuori: chissà che, alla prossima occasione, in tribuna non trovi anche il numero 10 per antonomasia. Ormai i due, in qualche maniera, sono legati. Un unico grande amore che passa (anche) attraverso il ring.
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