La Roma si è fermata da circa un mese ma secondo Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica, le attività riguardanti il nuovo stadio stanno procedendo bene, seppure a rilento. A rallentare il tutto numerose questioni. A cominciare, ricorda l’assessore, da un esposto dei comitati che aveva chiesto la verifica delle nidificazioni nell’area. Il successivo sopralluogo della forestale aveva quindi escluso possibilità di questo tipo e pertanto i lavori sono ripresi. Per quanto riguarda l’ordinanza del tribunale di qualche giorno fa, sulla proprietà delle aree, Veloccia ricorda che queste zone erano state espropriate a suo tempo, 20 anni fa, e ora appartengono al Comune.
Dunque, per lui, il punto non riguarda più chi sia o meno il proprietario di quelle zone, dato per scontato sia il Comune, piuttosto quanto tempo ci vorrà per averle restituite dagli occupanti che ancora non le vogliono abbandonare. Chi le occupa, continua l’assessore, deve riconsegnarle ma a tal riguardo servono provvedimenti necessari. Si sono pertanto inviati una diffida e un invito a lasciare volontariamente le zone occupate. Ma se così non fosse, Roma Capitale dovrà per forza di cose agire attraverso un atto di sgombero forzoso. L’amministrazione ci sta lavorando su ma non sarà una cosa immediata.
Sempre Veloccia sul punto: “Ovvio che se Roma Capitale, nei vent’anni scorsi, quando aveva preso e espropriato queste aree, avesse fatto tutto quello previsto e quindi avesse prese in consegna le aree, gestendole, manutentandole e avesse realizzato le varie ipotesi che erano proposte nei vari piani, questo problema si sarebbe risolto all’epoca”. Insomma, l’iter per tornare in possesso delle aree seguirà delle procedure che dovranno prima essere notificata ai diretti interessati e poi si vedrà. Problemi, comunque, noti da tempo e ai quali sia alla Roma che all’amministrazione non hanno tolto la voglia di perseguire nel progetto.
Ovviamente, la preoccupazione dei tifosi riguarda le tempistiche e il fatto di non venirne mai a capo. Soprattutto in un momento come questo che vede la società investire altrove. Veloccia dice: “Ci sono iter paralleli, c’è un iter progettuale che va avanti a prescindere da queste attività. C’è un iter propedeutico di sondaggi che stanno andando avanti. Quindi sono tanti filoni di lavoro che viaggiano in parallelo. Il tema del possesso delle aree era noto ma ci saranno probabilmente altre situazioni di questo genere quando andremo a recuperare tutte le aree lì che sono state lasciate incolte negli ultimi vent’anni”.
Oltre a queste, le altre criticità che rallentano tutto il progetto riguardante il nuovo stadio della Roma non sono poche. Veloccia, intervenuto nel programma Free Time in onda su Radio Roma Sound fm90, lo sa bene. E avverte: “Io le date le do sulle opere pubbliche che si stanno facendo a Roma, sulle opere private le devono dare i privati”. Insomma la cosa sembra andare per le lunghe perché ad ogni step della questione emergono vecchie e nuove complessità. L’altro grande tema riguarda il sito archeologico di Pietralata, un aspetto che non fa altro che aggiungere paure ad un iter che sembra interminabile…