Daniele De Rossi non è stato ancora ufficializzato dalla società, nel frattempo lui continua a lavorare alacremente insieme agli uomini della Roma per il prossimo calciomercato, non dimenticando però allo stesso tempo di monitorare pure la situazione riguardante i giovani della Primavera. Perché l’argomento è rientrato prepotentemente nell’agenda del manager giallorosso in vista della prossima stagione. Centra tanto la nuova politica del club, il nuovo corso inaugurato proprio dalla scelta di puntare su due quarantenni come De Rossi e Ghisolfi. Le nuove direttive di Trigoria puntano infatti su quei prospetti in grado di crescere ed avere mercato una volta giunto il momento opportuno.
Dopo il cambio di passo in campionato una volta prese le redini della squadra, De Rossi ha avuto bisogno di tempo e in un certo qual modo ha fatto sembrare superfluo il precedente lavoro dello Special One che prevedeva il coinvolgimento graduale dei giovani del vivaio. Inutile citare tutti quelli debuttati sotto la gestione del portoghese. Una volta però trovato l’equilibrio, soprattutto nel momento del bisogno quando i titolari necessitavano di un ricambio, anche il tecnico di Ostia è tornato a riconsiderare questo aspetto, in un primo momento accantonato. Ecco quindi ritrovare minutaggio gente come Bove e Zalewski, oppure Joao Costa.
Il prossimo mese inizia il ritiro e De Rossi si porterà con sé nella Roma tanti protagonisti dell’ultimo campionato Primavera terminato a fine maggio nella maledetta finale di Bagno a Ripoli con la sconfitta per mano del Sassuolo (3-0). Dopo un campionato vissuto alla grandissima. Sarà l’occasione per visionare chi potrà far parte del progetto e chi invece dovrà andare a farsi le ossa nelle serie minori, magari in prestito. Non sono pochi difatti i ragazzi del vivaio giallorosso attenzionati dalle squadre di seconda e terza serie. L’ultima parola però spetterà al tecnico, per far sì che i migliori possano essere valorizzati piuttosto che venduti per finanziare il mercato.
Daniele è stato figlio di uno dei più grandi allenatori del settore giovanile romanista. Da suo padre Alberto ha imparato tanto, soprattutto sui giovani. Ed è interessante vedere come lo stesso allenatore la pensasse riguardo al fatto di non incominciare la sua seconda carriera proprio dalla Primavera. “Io non sono voluto partire dal settore giovanile – racconta De Rossi – pur ammirando moltissimo mio padre per quello che ha fatto. Qualcuno mi aveva consigliato di partire da lì, sperimentare, sbagliare, ma avrei fatto gli interessi miei o dei ragazzi? Avrei fatto ciò che mio padre ha combattuto per trent’anni. La mia ambizione non era quella di formare dei giovani”.