
“Che voto do a questa Roma? Nove! Perché è difficile venire qua a San Siro contro questo Inter e ottenere un risultato di 1-0”. Il difensore ivoriano giallorosso, Evan Ndicka, nell’intervista post partita contro l’Inter, senza falsa modestia attribuisce alla sua squadra un’ottima votazione alla luce della prestazione resa e della vittoria ottenuta contro la squadra di mister Inzaghi.
Sull’obiettivo Champions la confessione del difensore giallorosso…
“Con due attaccanti davanti (Shomurodov e Dovbyk), per noi difensori non è cambiato molto” ammette Ndicka. “Nonostante quello che ci dice Ranieri che ci invita a non guardare la classifica, perché sa che ci aspettano cinque finali, noi la guardiamo eccome – dice sorridendo il difensore ivoriano -. Non possiamo fare a meno di puntare a un posto in Champions”.

Sul testa a testa con Dumfries
Il testa a testa tra Ndicka e Dumfries è stato sotto gli occhi di tutti e il calciatore giallorosso ammette: “La marcatura si fa a uomo, non si può fare a due o tre metri, altrimenti lui arriva con forza e mi fa gol. Anche lui faceva la stessa cosa, cinquanta e cinquanta…”. Per quanto riguarda i 18 risultati positivi che la Roma ha conquistato evidenzia: “Il segreto è la mentalità di gruppo, l’umiltà, combattere…”.
L’approccio della Roma alla partita contro l’Inter
Rispetto alla partita precedente si è vista una Roma diversa, più determinata, più veloce e anche più serena. “Nella partita di Verona – chiarisce Ndicka – abbiamo giocato in modo differente rispetto a oggi (ieri ndr) ma la gara lo richiedeva. Non abbiamo fatto allenamenti particolarmente finalizzati all’aspetto atletico. Di certo aspettare sette giorni per giocare è tanto, proprio come ha detto Angelino, per questo vogliamo la Champions”.
Sull’abbraccio con Bisseck, Ndicka è chiaro…
Sull’abbraccio con Bisseck in aria di rigore negli ultimi minuti del match, Ndicka dice: “Lui mi ha preso e mi ha fatto girare e io dovevo fare qualcosa, dovevo provare, stavamo a due metri dal portiere, dovevo difendere. L’aria di rigore è difesa, è contatto. Non si può fischiare sempre…”