
Luigi Cherubini, giovane esterno classe 2004 di proprietà della Roma, oggi alla Carrarese in prestito, ha rivelato molto di più di un semplice rapporto di amicizia. Le sue parole, dirette e piene di affetto, illuminano un legame profondo con Edoardo Bove, centrocampista oggi in forza alla Fiorentina.
Non è stata un’intervista come le altre. In un passaggio delicato, Cherubini ha messo da parte ruoli e classifiche per parlare da amico. “Edo si merita tutto il meglio, non c’è altro da dire”, ha confessato senza giri di parole. E non si trattava di complimenti dettati dal momento. Quelle frasi nascevano da un’emozione reale, da una situazione difficile vissuta dall’amico e compagno di mille avventure. Qualcosa che, come dice lui stesso, “ti segna a vita”.
Il giovane esterno ha spiegato di aver scritto subito a Bove non appena ha saputo della situazione delicata che ha colpito lui e di conseguenza la sua famiglia. Un gesto istintivo, carico di empatia, che va oltre l’amicizia calcistica. E non è il solo ad avere parole profonde per il centrocampista viola. Cherubini ha raccontato quanto Edoardo sia una persona genuina, capace di affrontare ogni difficoltà con maturità e serenità. “Vede calcio”, ha detto, “il modo in cui gioca è quello di un ragazzo di 30 anni con 10 anni di Serie A alle spalle”. E non è un’esagerazione. Chi lo ha visto crescere, chi lo conosce bene, sa che quel tipo di personalità si costruisce con il tempo, con le esperienze, ma soprattutto con i valori.
Il rispetto di Cherubini per Bove si legge tra le righe. C’è stima, ma anche protezione, quasi una fratellanza. Due giovani cresciuti nella stessa scuola calcistica, uniti dalla Roma, ma oggi separati dai percorsi professionali che li hanno portati lontano. Eppure il filo resta intatto. “Spero riesca a trovare la sistemazione per lui e per la sua famiglia”, ha aggiunto Cherubini con sincero affetto, quasi volesse fare qualcosa in più di una semplice dichiarazione.
Nelle sue parole non c’è retorica. C’è esperienza vissuta, e il tipo di maturità che sorprende in ragazzi così giovani. È la dimostrazione che nel mondo del calcio esiste ancora uno spazio dove i sentimenti contano più delle prestazioni, dove si può parlare di amicizia autentica, dove la sofferenza altrui viene percepita come propria.
Edoardo Bove, nel frattempo, continua a dimostrare in campo la stessa forza che mette nella vita. Lo fa con la stessa grinta con cui affronta i centrocampi avversari, con la lucidità di chi sa che ogni ostacolo può essere superato. E con amici come Cherubini al suo fianco, anche nei giorni più duri, il cammino si fa un po’ meno pesante.
Un’intervista breve, eppure piena di significato. Quelle frasi dette quasi sottovoce sono il riflesso di un calcio che non si vede, ma che resta impresso molto più a lungo di una giocata spettacolare. Un calcio fatto di rispetto, affetto, memoria e legami che resistono alle maglie cambiate, alle categorie attraversate, ai chilometri che dividono. Quello che in fondo, vale davvero.