
Al Tre Fontane tremila cuori, battenti all’unisono, hanno trasformato un normale allenamento della Roma in qualcosa di molto più intenso. Applausi, cori, striscioni: un abbraccio collettivo che ha travolto la squadra e dato il via simbolico alle sei finali di campionato che attendono i giallorossi da qui al termine della stagione.
La squadra di Claudio Ranieri, attesa dalla sfida contro il Verona sabato sera all’Olimpico, ha ricevuto un messaggio forte e chiaro dai propri tifosi: si gioca insieme, fino all’ultima partita. E se gli occhi sono già rivolti anche ai quattro incroci con Inter, Fiorentina, Atalanta e Milan, è il presente a dettare il passo. In mezzo, una sfida non meno complessa contro il Torino, a completare un calendario che promette emozioni forti.
Mentre i protagonisti si sono lasciati travolgere dall’affetto del pubblico, c’è stato chi ha vissuto la giornata in modo più silenzioso. Paulo Dybala, ancora alle prese con il recupero fisico, ha seguito il programma di lavoro a Trigoria, lontano dai riflettori ma pienamente coinvolto nello spirito della squadra. Il fantasista argentino continuerà anche domani con le terapie, ma sabato sarà in panchina per sostenere i compagni.
Non è stato l’unico assente. Anche Dovbyk, El Shaarawy e Gollini sono rimasti al centro sportivo, concentrati su un programma specifico in palestra. La società ha parlato di semplice gestione delle energie, ma a due giorni dal match contro l’Hellas, per l’attaccante ucraino si apre l’ipotesi di un turno di riposo. Se così fosse, si profila l’eventualità di vedere Shomurodov dal primo minuto, una scelta che potrebbe cambiare l’approccio offensivo della squadra.
Non è solo una questione di formazione o di infortuni. Quello che sta costruendo la Roma, nel silenzio delle mura di Trigoria e nel fragore degli spalti del Tre Fontane, è una nuova alleanza tra campo e cuore. Il calore della gente, la determinazione dello staff, la voglia di ogni giocatore di lasciare un segno: ogni elemento si sta incastrando in un disegno più grande. E quando ci si sente sostenuti in questo modo, ogni ostacolo sembra più piccolo.
Sabato all’Olimpico non sarà solo una partita. Sarà un altro passo dentro una corsa che la Roma non vuole più rallentare. Le gambe le metteranno i giocatori. Il fiato, quello buono, arriva già da chi li aspetta sugli spalti.