
Francese, fiuto purissimo per la rete, considerato appena tre anni fa come il nuovo Trezeguet. E nel frattempo lui forse, ci è perfino già diventato. Il suo nome è stato accostato in queste ultime due settimane a tutti i top club d’Europa. Il motivo? E’ abbastanza evidente. A 22 anni l’attaccante è una specie di macchina da gol: 4 centri in Europa League, 14 in campionato (più 5 assist), altri 3 in coppa in altrettante presenze.
Numeri che fanno capire come questo centravanti sia destinato, a breve, ad accendere il calciomercato internazionale. Non a caso il suo attuale club, che la scorsa estate era riuscito a farselo vendere dal PSG, ha subito sparato altissimo per il suo cartellino: non meno di 100 milioni. Ovvero più del doppio rispetto alla valutazione di mercato. E se vi dicessimo che questo top player in passato è stato vicino alla Roma? Sembra strano ma è proprio così.
Quando Tiago Pinto andò a Parigi per Hugo Ekitike: il retroscena

Punta moderna, killer spietato, visione della porta, fisico slanciato. S’impone sul panorama calcistico di livello praticamente subito sebbene difetti un po’ nel colpo di testa a dispetto dei suoi quasi due metri d’altezza. Per movenze, ha ammesso l’ex Parma Micoud, “rimanda a Trezeguet” dicevamo.
Dopo aver fatto la spola tra il Reims e il PSG lo scorso luglio ha trovato casa (definitivamente perché ci era già passato in prestito) all’Eintracht di Francoforte. Impegno quinquennale: una lungimiranza che sta pagando eccome. Quella in corso è quindi la stagione della sua definitiva consacrazione.
Ekitike: il retroscena sulla Roma è di quelli assurdi
E allora viene da riflettere sul fatto che Tiago Pinto, al tempo della Roma, su di lui ci aveva visto giusto. Non tutti ricordano infatti che l’allora DS giallorosso volò perfino in Francia in prima persona per cercare di portarlo a Trigoria. Ekitike aveva appena iniziato a brillare in Ligue 1 (al Reims) e Pinto vedeva in lui la perfetta spalla di Tammy Abraham. Guardate allora come in pochissimo tempo tutto sia cambiato così profondamente. E viene perfino quasi da sorridere sulle famose sliding doors del calcio…