Di lui non si ricorda nessuno: “Era il nuovo Vieira”, che fine ha fatto

Il centrocampista giallorosso arrivò con grandi aspettative ma giocò pochissimo: che fine ha fatto oggi

Luca Mugnaioli -
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Ha giocato alla Roma due stagioni: ma lasciò poco il segno di sé – (RomaForever.it)

Ci sono giocatori che arrivano a Trigoria e poi se ne rivanno senza lasciare il segno. Qualcuno però resta ugualmente nel cuore dei tifosi, nonostante lo scarso apporto dato in campo alla causa romanista. E’ questo il caso di cui vi parliamo oggi: un calciatore promettente, giovane e talentuoso (come spesso capita), giunto nella Capitale per diventare il futuro della squadra. Ma nel calcio, si sa, non sempre le cose vanno come sperate: e alla fine la sua avventura in giallorosso si ridurrà ad una manciata di presenze nell’arco di due stagioni.

Eppure qualcosa in lui Spalletti, non certo uno degli ultimi arrivati, aveva notato: tanto da chiedere alla Dirigenza della Roma di investirci. E il club gli aveva dato retta. Il centrocampista, questo il suo ruolo, sembrava avere personalità e caratteristiche tecniche importanti: mediano sì, ma anche con una certa propensione all’inserimento in avanti. Il matrimonio, quindi, si fa. Ma dura poco come detto.

Da promessa della Roma a meteora: e quel paragone pesante con Vieira

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Luciano Spalletti: fu lui a volerlo alla Roma – (RomaForever.it)

Lui arriva a Trigoria la prima volta all’età di 21 anni. Sia per qualità in campo che per la fisicità in molti lo accostano al connazionale Patrick Vieria. Un nome che di questi tempi, per uno strano intreccio del destino, è stato accostato proprio alla panchina della Roma. Francese di nazionalità, il giocatore viene notato, dicevamo, da Spalletti durante una partita tra i giallorossi e lo Strasburgo. E’ qui infatti che il centrocampista ha iniziato la sua carriera.

E così nel 2006 Ricardo Faty – avevate capito che era lui? – arriva nella Capitale firmando addirittura un quinquennale. Segno che in lui la Roma credeva eccome. Il debutto con la maglia romanista, c’è da dire, arriva quasi subito: bastano appena due giornate di campionato ed eccolo apparire la prima volta sul rettangolo verde contro il Siena. L’impatto è buono ma non folgorante.

Poche presenze e tanti prestiti

Sì perché quello stesso Spalletti che lo aveva voluto alla Roma di spazio gliene concede poco, malgrado lui, ogni qualvolta che viene chiamato in causa, non sfiguri affatto. Le sue prestazioni tuttavia non bastano a fargli guadagnare la conferma e già l’estate successiva viene mandato in prestito.

Faty passa così prima al Bayer Leverkusen e poi al Nantes prima di far ritorno nuovamente a Trigoria. Il suo secondo passaggio in giallorosso va più o meno però come il primo: qualche presenza qua e là – da segnalare comunque l’esordio in Europa League – prima dell’addio, stavolta definitivo.

Che fine ha fatto Ricardo Faty della Roma

Il resto della sua carriera è segnato da tante altre esperienze in giro per mezza Europa. Aris Salonicco, Standard Liegi, quindi la Turchia e perfino un altro ritorno in Italia, con un passaggio alla Reggina. Infine il ritiro. Ma che cosa fa oggi? Faty, esperienza in amaranto a parte, era riapparso nel nostro Paese in un’intervista ai canali ufficiali della AS Roma nel maggio 2023 poco prima della sfida europea tra i giallorossi e il Bayer Leverkusen in qualità di doppio ex.

Qualche anno prima, invece, era comparso (a sorpresa) in un video social dove cantava niente meno che “Roma capoccia”. Segno che comunque l’esperienza romanista gli era rimasta dentro. “La Capitale mi ha fatto diventare uomo e padre, ricorda il giocatore. E su cosa non abbia funzionato all’epoca spiega: “Davanti a me avevo giocatori fortissimi come De Rossi, Pizarro e Perrotta, e poi ero giovane. Però in qualche modo contribuii alla Coppa Italia che vincemmo“.

Faty rivela: “Tifavo Roma da piccolo”

In mezzo anche una confessione inaspettata: “Tifavo Roma da piccolo, guardavo sempre il campionato italiano e mi piaceva vederla più delle altre. Era una squadra diversa, particolare, con un tifo meraviglioso. Cose che poi ho sperimentato in prima persona”.