Antonio Conte rovina i piani alla Roma. I giallorossi, sul mercato, non sono artefici del proprio destino. Il tecnico salentino, infatti, insidia Ghisolfi nella trattativa che dovrebbe portare all’Olimpico Federico Chiesa. L’esterno d’attacco bianconero è ormai un obiettivo dichiarato della Roma: al punto che Ramadani, procuratore del giocatore, è in arrivo nella Capitale per trattare.
Non si parlerà soltanto di lui, ma le possibilità di approfondire un discorso già in piedi – anche grazie alla telefonata di Daniele De Rossi al calciatore – esistono. Altrimenti l’agente non si sarebbe mosso. A muoversi, tuttavia, è anche il Napoli: Conte, appena arrivato dalle parti di Castel Volturno, ha chiesto a De Laurentiis di non toccare Kvaratskhelia.
Chiesa, che intreccio con il Napoli
Il giocatore è un perno dei partenopei e così deve continuare ad essere anche per il bene della Roma: l’asse che porta a Tbilisi tocca anche Parigi ed entra, per certi versi, a gamba tesa nel Colosseo. Nello specifico, il PSG vuole il talento georgiano: i francesi sono pronti a far vacillare De Laurentiis con una super offerta.
Il Presidente del Napoli, in caso di proposta monstre, valuterà la cessione. Allora Conte deve rassegnarsi all’idea di perdere una delle sue pedine più rassicuranti. Cosa c’entra la Roma in tutto questo? I giallorossi sono diretti interessati di questa diatriba perchè il primo obiettivo per sostituire il georgiano a Napoli è il ragazzo ex viola.
Conte può beffare la Roma
Conte, infatti, avrebbe dato mandato a De Laurentiis di andare dritto su Chiesa in caso di partenza del georgiano. Bisogna quindi avere la certezza che i partenopei non perdano il suo maggior rappresentante (in epoca contemporanea), altrimenti la Roma potrebbe veder sfumare il proprio colpo dell’estate. Per il momento questa sicurezza non c’è. Ghisolfi aspetta e spera.
Intanto prepara la controffensiva: a Chiesa non manca di certo la concorrenza. Insieme a Ramadani si discuterà di altri giocatori, per poi parlare del pezzo più caldo. Quello che Roma (e non solo) aspetta da settimane e che, a Torino, per tanti motivi sembra essere stato messo in pausa. Uno stallo che, a giudicare dalla pressione di mercato e la concorrenza serrata, non durerà molto.