La passione per il calcio, dalla strada alla Roma: storia di un mito giallorosso

Una vita trascorsa nel calcio, prima giocato tra le squadre del Quadraro, poi nella Roma e nella Fiorentina. I grandi successi del ‘Picchio’

Francesca Di Nora -
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Giancarlo De Sisti
Giancarlo De Sisti – foto Ansa

Nato al Quadraro, quartiere di Roma, nel ’43,  ha iniziato a giocare a calcio quando era molto piccolo. All’inizio in strada o anche nel campetto della parrocchia, senza immaginare neanche che dopo qualche anno sarebbe approdato all’AS Roma.

Nostalgia di un amore nato quando era ancora bambino

In varie occasioni Giancarlo De Sisti ha ricostruito il viaggio che lo ha portato dalla strada al calcio professionistico. Un percorso che ricorda con nostalgia. Una passione che nasce quando era poco più che bambino, quando le partite non finivano mai se non per sfinimento e il ritorno a casa  era caratterizzato dai rimproveri di una mamma preoccupata perché puntualmente tornava madido di sudore facendole temere che potesse prendere un malanno. Un rituale che si ripeteva quotidianamente, come ha raccontato lo stesso De Sisti in un’intervista di qualche tempo fa a Il Foglio, e terminava con la madre del giovane calciatore che gli bucava il pallone. Era il papà che, sistematicamente, glielo ricomprava.

Giancarlo De Sisti
Giancarlo De Sisti – foto Ansa

L’entusiasmo per l’approdo alla Roma

Una tiritera andata avanti per lungo tempo, fino a quando la mamma di De Sisti ha imposto una condizione: “Gioca a calcio, basta che lo fai dove c’è una doccia”. Ma giocare dove c’erano docce era possibile solo nelle leve calcio dove anche Giancarlo, alla fine, è approdato. Dopo tre anni trascorsi in una succursale della Roma, De Sisti è arrivato nella prima squadra. Un’emozione indicibile per il giovane che all’improvviso si è trovato fianco a fianco con i suoi idoli, quegli stessi i cui poster erano attaccati sulle pareti della stanza.

Il ‘dramma’ della cessione alla Fiorentina

La sensazione per quello che in quel momento era solo un aspirante professionista è stata indimenticabile, improvvisamente era di fronte a campioni come Giacomo Losi, Francisco Lojacono e Juan Alberto Schiaffino. L’emozione era indicibile per lui, ignaro del fatto che, dopo qualche tempo, mentre stava facendo il servizio militare a Orvieto, la Roma lo avrebbe ceduto alla Fiorentina per duecentocinquanta milioni di lire. Una notizia che ha accolto con grande amarezza, visto che per Giancarlo l’unica squadra che contava era la Roma, anche se con i Viola avrebbe presto scoperto un ambiente estremamente accogliente con il quale da capitano ha anche conquistato lo scudetto.

I dissapori con mister Radice

Con l’arrivo di Gigi Radici alla Fiorentina, però, per l’ex centrocampista giallorosso, le cose cambiarono. Il nuovo mister era convinto che De Sisti spadroneggiasse sui compagni senza considerare era stato il gruppo a dargli il ruolo di leader. In breve maglia – la numero 10 – e ruolo furono affidati dal tecnico viola ad Antognoni, mentre a lui fu affidato quello di mediano.

La richiesta di essere ceduto a un’altra squadra e il ritorno alla Roma

A causa di un infortunio Giancarlo  è stato lontano dal rettangolo di gioco per un po’ e una serie di problemi che hanno caratterizzato il suo ritorno hanno provocato un forte risentimento nel calciatore romano che pretese di essere ceduto a qualsiasi squadra di serie A pur di non restare con la Fiorentina. E nel 1974 tornò alla Roma dopo nove anni nel club Viola. Accolto da Liedholm che desiderava fortemente il ritorno di De Sisti. E Giancarlo, da quel momento, ha vissuto tre anni di successo, mentre gli altri due in declino. Dopo queste ulteriori 5 stagioni in giallorosso lasciò il calcio giocato nel 1979 con all’attivo ben 478 partite e cinquanta reti realizzate in Serie A.

I successi da allenatore

Subito dopo il suo ritiro seguì un corso di allenatore nel 1979, ottenne il tesserino l’anno successivo e nel 1981 fu chiamato sulla panchina della Fiorentina che riuscì a portare dalla zona retrocessione al quinto posto in classifica. L’anno seguente arrivò a un soffio dallo scudetto, perso nell’ultima giornata a causa di un pareggio contro il Cagliari (0-0). Poi un problema di salute lo costrinse a fermarsi, ma al suo ritorno il posto nella Fiorentina era ancora lì e così fu fino a quando gli fu affiancato Valcareggi. A quel punto De Sisti decise di lasciare. Ma a seguire ha allenato l’Udinese per due stagioni, nel 1991 la nazionale militare, poi l’Ascoli.

Le altre esperienze come collaboratore tecnico e responsabile delle giovanili

Intanto, però, nel 1979 è stato collaboratore tecnico della Roma, responsabile delle nazionali italiani giovanili under 18, Under 16 e Under 17 dall’88 al 90, e sempre nel 1990 ha guidato l’Italia nel Campionato mondiale; mentre nel 2001 e per tre anni, per volontà del presidente Cragnotti è stato responsabile giovanile della Lazio.

Una carriera che gli ha regalato tante soddisfazioni, ma soprattutto…

A 82 anni ricorda con grande soddisfazione la sua carriera, confessando qualche tempo fa alla Gazzetta dello Sport, di essere fiero soprattutto di “essere entrato nelle Hall of Fame di Roma e Fiorentina, con la consapevolezza di essere un esempio per i giovani”.

I tanti successi ottenuti da il ‘Picchio’

Per tanti è ricordato solo con il soprannome di ‘Picchio’, il centrocampista che oltre allo scudetto con i viola e l’Europeo azzurro, ha vinto la Coppa delle Fiere con la Roma nel ’61, la Mitropa Cup con la Fioerntina nel ’66 e due Coppe Italia una in giallorosso l’altra in viola., per quanto anche un grande rimpianto: “La finale del Mondiale del 1970 in Messico”.