
Ci sono domande che a volte mettono più in difficoltà di un avversario lanciato a rete. Edoardo Bove, ex cuore pulsante della Roma, si è messo a nudo davanti a una raffica di quesiti, quelli che fanno emergere il lato più vero e spontaneo di chi, per anni, è stato solo un volto dentro al rettangolo verde. Tra sogni, passioni e qualche sorriso imbarazzato, le sue risposte hanno rivelato qualcosa in più dell’uomo oltre al calciatore.
Tra sogni europei e ricordi giallorossi
Il sogno più grande? “Giocare la finale di Champions League”, ha confessato senza esitazioni. Un traguardo lontano, forse, ma che continua a brillare davanti agli occhi come una luce impossibile da spegnere.
Quando si torna indietro nel tempo, al bambino che inseguiva i primi sogni, c’è un compagno inseparabile: “Devo dirlo davvero? Il pallone”, ha detto ridendo, lasciando intendere quanto quella passione sia nata insieme a lui.
Non tutte le domande sono semplici da affrontare, alcune si preferisce evitarle. Quando gli è stato chiesto di indicare il calciatore più sopravvalutato di sempre, Bove ha sorriso e ha preferito passare oltre, scegliendo di non fare nomi scomodi.
Senza troppi giri di parole, invece, ha detto la sua sugli stipendi dei calciatori: “Sì, guadagniamo troppo rispetto allo sforzo richiesto”, una riflessione che sorprende e che mostra una consapevolezza rara nel mondo del pallone.
C’è spazio anche per una passione che si muove accanto a quella principale: “Mi piace il calcio femminile, è un ambiente che sta crescendo tantissimo e spero sia sempre più seguito”, ha raccontato, citando anche Valentina Giacinti tra le giocatrici che apprezza di più.
Il ricordo più bello, però, è uno solo. “Il giorno in cui mi hanno detto che sarei entrato in prima squadra con la Roma”, un momento che non si cancella, un’emozione che continua a pulsare forte.
E quando arriva la domanda più difficile, quella sul giorno più brutto della sua vita, Bove sceglie di sorridere e passare oltre, con la leggerezza di chi sa che certe cose è meglio tenerle per sé.