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Ci sono momenti che restano impressi nella memoria per sempre, incontri inaspettati che si trasformano in aneddoti da raccontare. Max Giusti ne ha vissuto uno che ancora oggi rievoca con un misto di incredulità e delusione.
Era il 2001, l’anno dello scudetto della Roma, un trionfo storico che infiammò la città e consacrò Fabio Capello tra i grandi allenatori della storia giallorossa. Su un volo di linea, il comico e conduttore romano si ritrovò a bordo dello stesso aereo del tecnico, e l’occasione di un incontro ravvicinato sembrava imperdibile. “Io ero alla fila 25, lui alla 6” racconta Giusti, rivivendo quei momenti.
La risposta di Capello fu memorabile
All’arrivo, tra la folla che scendeva dall’aereo, decise di aspettare pazientemente, stringendo tra le mani un oggetto per lui prezioso: la tessera cartacea della Roma, simbolo della sua passione indissolubile per i colori giallorossi. Con rispetto e umiltà, si avvicinò a Capello con una richiesta semplice: un autografo.
La reazione dell’allenatore fu glaciale, un’istantanea che ancora oggi Giusti ricorda con un sorriso amaro. “Non vedi che sto leggendo?”, rispose secco Capello, senza nemmeno alzare lo sguardo dal libro.
Un attimo di gelo, un silenzio carico di imbarazzo e la consapevolezza di non insistere. “Zitto zitto me ne sono andato”, confessa Giusti, testimoniando con ironia un episodio che, seppur deludente, fa ormai parte della sua collezione di ricordi legati alla sua amata Roma.
A volte, anche gli incontri più attesi riservano sorprese inaspettate.