Sta prendendo confidenza con il calcio italiano. Un processo lento e non certo facile per l’attaccante ucraino, Artem Dovbyk che ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero.
L’attaccante ucraino ammette le sue difficoltà
È un ragazzo umile, con tanta voglia di fare bene, Artem, che ha confessato: “Non è stato facile in questi mesi, con un nuovo campionato da affrontare, tre allenatori cambiati, tattiche nuove da imparare e qualche problema fisico”.
Gli infortuni e la scelta di giocare nonostante non stesse bene
Non ha fatto mistero il centravanti ucraino di aver avuto qualche problemino di salute, d’altro canto “è il primo anno che gioco così tanto, su tre fronti. Il nostro staff medico ha fatto di tutto per aiutarmi e ora dopo le cure sto molto meglio. Ho giocato infortunato – ha confessato – è stato un mio errore, avrei dovuto riposare, ma sentivo il bisogno di stare con la squadra nei momenti difficili: Ora mi sento bene”.
Qual è la difficoltà a “passare bene la palla ad Artem”
A parte le condizioni di salute, per fortuna ormai migliorate, e anche il percorso di adattamento, per Dovbyk c’è una costante che si è riproposta con tutti e tre gli allenatori che si sono avvicendati di recente sulla panchina giallorossa: “Passare bene la palla ad Artem”. Su questo punto l’attaccante giallorosso chiarisce: “In allenamento ci lavoriamo e funziona tutto bene, poi in partita è tutto diverso. Il calcio è diverso in Italia. Mi viene chiesto di andare in pressing sul centrale avversario, liberare spazi e compagni, far salire la squadra spalle alla porta. Cerco di fare quello che l’allenatore mi dice”.
Media tiri piuttosto bassa
Nel difficile percorso di adattarsi alle novità, Artem ha una media di tiri in porta piuttosto bassa e ne è consapevole. “Ma dipende anche dai rifornimenti che arrivano – ha chiarito -. Ci sono situazioni nelle quali devi trovarti al posto giusto nel momento giusto”.
L’attaccante e la scarsa propensione al sorriso
Ma, ancora una volta torna un argomento singolare sull’ucraino: il sorriso. Come mai Dovbyk non sorride mai? È una domanda ricorrente tra tifosi e curiosi alla quale ha risposto: “Non è vero che non rido mai. Da oggi potete confermarlo anche voi che sorrido, sono un tipo al quale piace ridere. O no? Il problema è che quando gioco mostro un’altra parte di me, sono un altro Artem. Sono una persona onesta, non mi piace celebrare troppo per partite non importanti. Col Parma ho segnato il quinto gol, non era il caso di festeggiare. Faccio quello che sento in quel momento, in modo spontaneo. A Udine invece ho esultato per il rigore perché era importante”.
La necessità di calciare anche con il piede destro
Per quanto riguarda la sua predilezione a usare il piede sinistro, ha ammesso: “è vero. In allenamento tutti gli allenatori che ho avuto, e Ranieri è tra questi, mi hanno detto di tirare anche col destro. Forse non ci crederete, ma calcio probabilmente meglio col destro rispetto al sinistro. Lo so, ne sono consapevole, ma poi arriva la gara e faccio tutto con il sinistro. Tra l’altro sbagliando perché i difensori ormai lo sanno. Confido nella scommessa fatta con il vice di Ranieri che entro fine stagione segnerò due gol con il piede destro”.
Il calore dei tifosi romanisti travolge anche Artem che per loro vuole…
A sorprendere il centravanti della Roma è il calore dei tifosi. I supporter romanisti sono un’altra cosa “ho giocato in Spagna, ma non è come qui a Roma dove c’è un’atmosfera incredibile, con lo stadio pieno tutte le partite, non a caso all’Olimpico facciamo meglio. Quando sono in giro per Roma sento l’affetto della gente. I romanisti mi vogliono bene e voglio vincere trofei per i tifosi e per il club”