Le sfide europee regalano emozioni uniche, ma per la Roma alcuni ricordi restano indelebili. Dopo aver superato la fase campionato di Europa League con la vittoria contro l’Eintracht, il cammino dei giallorossi continua.
I portoghesi hanno concluso questa prima fase al 18esimo posto, grazie all’ultima vittoria contro il Maccabi Tel Aviv. Il cammino europeo del Porto ha alternato momenti esaltanti e difficili: 3 vittorie, tra cui quelle contro Midtjylland e Hoffenheim, 2 pareggi con il Manchester United e l’Anderlecht, ma anche 3 sconfitte pesanti contro Bodo Glimt, Lazio e Olympiakos.
“Abbiamo dimostrato di poter competere con chiunque, ma dobbiamo trovare continuità” ha dichiarato Ghisolofi.
L’uomo chiave che fa la differenza
Se c’è un nome che ha lasciato il segno in questa competizione, è quello di Samu Omorodion. Con 5 gol all’attivo, il giovane attaccante del 2004, accostato alla Roma nel mercato estivo, è diventato un punto di riferimento per la squadra. Nonostante il recente cambio in panchina, con Martin Anselmi subentrato a Vitor Bruno, Omorodion continua a essere il perno dell’attacco, sia nel vecchio 4-2-3-1 che nel nuovo 3-4-3. A supportarlo, un centrocampo solido con Eustaquio e Nico Gonzalez.
Un passato che non lascia scampo
Sarà il Porto a sfidare la Roma e una cosa è certa: il passato non sorride ai giallorossi. Tre eliminazioni su tre negli scontri diretti. Nella Coppa delle Coppe 1981-82 (0-2, 0-0), nei preliminari di Champions League 2016-17 (1-1, 0-3) e negli ottavi di Champions 2018-19 (2-1, 1-3). Il teatro di una possibile nuova battaglia sarà lo Stadio do Dragão, un campo ostico dove la storia non ha mai sorriso alla Roma. Ma nel calcio, il passato può essere riscritto.