“So’ da’ Roma”: il racconto incredibile di un tifoso ritrovato grazie alla fede giallorossa

Un tifoso 73enne, smarrito e senza memoria, è stato ritrovato al Circo Massimo grazie alla sua fede per la Roma. La frase “So’ da’ Roma” ha riacceso i suoi ricordi e permesso di riportarlo a casa.

Melissa Landolina -
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tifosi Roma colosseo
AS Roma tifosi (Di Meo Alessandro)

Al Circo Massimo, un luogo intriso di storia e tradizione romana, si è svolta una vicenda che sembra uscita da un film. Un uomo di 73 anni, smarrito nella memoria e nel cuore, è stato identificato grazie a un legame che non si spezza mai: la sua passione per la Roma. La fede calcistica ha riacceso una scintilla nel buio della sua mente, portandolo lentamente a ricordare chi fosse e da dove venisse.

Tutto è iniziato con un biglietto lasciato nella sua abitazione di Primavalle, un messaggio che aveva il sapore della resa: “Mi tolgo di torno, non servo più a niente”. Parole che raccontano un dolore profondo, una sensazione di inutilità che aveva spinto il 73enne a lasciare tutto e perdersi nella città. Da quel momento, di lui si erano perse le tracce.

I giorni successivi, però, hanno portato una svolta inaspettata. Una pattuglia della Polizia Locale di Roma Capitale, durante un controllo nella zona del Circo Massimo, ha trovato l’uomo visibilmente confuso. Non ricordava il suo nome, né il suo indirizzo, e il suo sguardo sembrava perso in un labirinto di amnesie.

La svolta: la fede calcistica riaccende i ricordi

La chiave per riaccendere la memoria dell’uomo è stata tanto semplice quanto potente. Alla domanda degli agenti “Di che squadra sei?”, la risposta è stata immediata e carica di orgoglio: “So’ da’ Roma. Sono stato pure all’inaugurazione dell’Olimpico”. Quelle parole hanno fatto riaffiorare un frammento della sua identità, un legame con qualcosa che non aveva mai dimenticato: la sua passione per la squadra giallorossa.

Con quell’ammissione, l’uomo ha iniziato a ricostruire lentamente i pezzi della sua storia. Ha raccontato di aver passato le notti precedenti alla Stazione Termini, al freddo, cercando un riparo. Gli agenti, colpiti dal suo stato di smarrimento, lo hanno accolto e messo al sicuro, mentre iniziavano le ricerche per risalire alla sua identità.

L’intervento del Nucleo Assistenza Emarginati e “Chi l’ha visto?”

La vicenda ha coinvolto anche il Nucleo Assistenza Emarginati (NAE), che ha avviato le verifiche incrociando i dati disponibili. Decisivo è stato il confronto con le segnalazioni arrivate alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, dove il caso dell’uomo era stato segnalato dai familiari preoccupati per la sua scomparsa.

Grazie a un lavoro di squadra tra istituzioni e media, è stato possibile risalire alla sua identità e riportarlo finalmente a casa. Un lieto fine che dimostra quanto sia importante la collaborazione tra forze dell’ordine e cittadini per risolvere situazioni di emergenza come questa.

La passione per la Roma: una luce nel buio

Ciò che rende questa storia unica è il ruolo giocato dalla fede calcistica. La Roma, con i suoi colori e la sua storia, è stata per l’uomo un faro nel mare della sua amnesia. La memoria del club giallorosso, dell’inaugurazione dello stadio Olimpico, è rimasta intatta, anche quando tutto il resto sembrava perso.

Non è raro che i tifosi sviluppino un legame viscerale con la propria squadra, ma questa vicenda mostra come quel legame possa andare oltre la semplice passione sportiva. Per questo uomo, la Roma è stata molto più di una squadra: è stata una parte fondamentale della sua identità, qualcosa che neppure la perdita della memoria ha potuto cancellare.

Un messaggio di speranza e solidarietà

Questa storia non parla solo di calcio, ma anche di umanità, solidarietà e speranza. Gli agenti che hanno trovato l’uomo non si sono limitati a svolgere il loro lavoro; hanno dimostrato una sensibilità rara, capendo che dietro quella confusione c’era una persona con una storia, un passato e un disperato bisogno di aiuto.

Allo stesso modo, il ruolo dei media e delle trasmissioni come “Chi l’ha visto?” si conferma essenziale per dare voce alle famiglie in difficoltà e per ritrovare chi sembra sparito nel nulla. Questo caso mostra come l’unione tra tecnologia, dedizione e compassione possa portare a risultati straordinari.

La forza dei legami profondi

Il 73enne smemorato è tornato a casa, accolto dall’affetto dei suoi cari, ma questa vicenda lascia un segno profondo. Racconta di come i legami che definiamo “banali”, come quello con una squadra di calcio, possano in realtà essere una risorsa straordinaria. La Roma, per lui, è stata un’àncora, un filo che lo ha riportato indietro quando tutto sembrava perduto.

“So’ da’ Roma” non è solo una frase, ma un grido di appartenenza, un ricordo indelebile che ha illuminato il cammino di un uomo smarrito. E in questo grido, c’è tutta la forza di chi non dimentica mai le proprie radici, neppure quando tutto il resto sembra svanire.