Dall’atteggiamento sbagliato nel secondo tempo, alla “fame” di vincere che è mancata alla squadra soprattutto nel finale. Ranieri non lesina nell’autocritica e non cerca scusa “legate alla stanchezza“. No, la Roma la partita l’ha persa sul campo perché dopo aver approcciato bene al match non ha saputo seguirne in corso d’opera pieghe e sviluppi. Cogliendone la direzione che stava imboccando. Cadendo per una distrazione e concedendo anche un gol di troppo se vogliamo per cercare – sebbene fosse ormai troppo tardi – di agguantare quantomeno il pareggio.
E invece è finita come peggio non poteva. A mancare però sono stati in particolare alcune individualità, al netto di qualche cambio dovuto a stanchezza (Mancini), forfait improvvisi (Hummels) e infortuni di gioco (El Shaarawy). I cambi poi hanno inciso poco, o comunque meno di quanto ci si aspettava. Tirando le somme Fabregas, che come detto aveva rischiato comunque di capitolare, è stato più abile a pescare il classico jolly sopperendo ai modesti valori tecnici del suo gruppo – tranne qualche eccezione – con corsa, grinta e voglia di agguantare con le unghie e con i denti i tre punti.
Como Roma: promossi e bocciati dei giallorossi
Se guardiamo alle prestazioni dei giocatori della Roma in pochi si salvano stasera. Di peggiori invece non si fatica a trovarne, su tutti Le Fee – se doveva essere la sua chance di garantirsi una conferma in questa rosa, beh l’ha decisamente sprecata – e purtroppo ancora Dovbyk, che sta faticando tantissimo a tornare su livelli quantomeno sufficienti. Dybala centravanti ha funzionato per un po’ ma non fino in fondo, anche se nella ripresa sua è stata una delle migliori occasioni per sbloccare la gara. Impalpabile nuovamente Pellegrini, molto fumoso Soulé che quantomeno comunque ci ha provato.
E giù a cascata. Ndicka si distrae e si fa anticipare da Gabrielloni regalandogli la notte più bella della carriera ripensando a quando non molti anni fa giocava in Serie D. Non convincono poi Hermoso, men che mai Celik (che stava pure causando un rigore abbastanza imbarazzante), e pure Abdulhamid. Le sufficienze vanno allora soltanto a Saelemaekers, al solito Koné e forse ad El Shaarawy.
Ranieri: “Dovbyk non sta al 100%, ma nel primo tempo…”
Stavolta anche sir Claudio ha ceduto qualcosina in termini di scelte e decisioni sia dall’inizio che a gara in corso. Lui stesso ammette: “Non abbiamo capito la partita, quando c’è da battagliare noi dobbiamo andare di sciabola e non di fioretto. Il Como ha cambiato mentalità e ha avuto più voglia di vincere“, ha dichiarato il tecnico romano.
E sui singoli spiega: “Dovbyk non è al 100% ma nel primo tempo avevamo messo tante palle dove non c’era nessuno. Poi mi ero convinto a metterlo, ma nel frattempo era cambiata la partita“. Sul centravanti ucraino Ranieri aggiunge ancora: “Logico che quando giocano El Shaarawy e Saelemaekers si trovano con più fluidità. Con Dovbyk dobbiamo invece ancora lavorare e lui deve salire di condizione”. “Da quando sono arrivato è sempre stato male” – ha quindi concluso l’allenatore – “lasciamolo lavorare e ci darà soddisfazioni“.