Continua a tenere banco in casa giallorossa la questione dell’allenatore. Ivan Juric continua a collezionare prove e soprattutto risultati negativi. Dopo la sconfitta contro il Verona è arrivato anche il pareggio contro i modesti avversari dell’Union SG in Europa League; è chiaro dunque che la fiducia nei suoi confronti da parte della proprietà sembra essersi esaurita. Di fatto quella con il Bologna – ma attenzione a clamorose novità dell’ultima ora – potrebbe essere una sorta di ‘spareggio’ per l’allenatore croato.
O dentro, o fuori. Poi ci sarà infatti la sosta, il peggior spettro per i tecnici a rischio esonero. Sulla posizione dell’ex Toro si è espresso stamattina anche il Direttore de Il Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni che con l’attuale allenatore giallorosso condivide ad oggi soltanto il nome e nulla più. “Io Juric non lo capisco”, il titolo, abbastanza eloquente del suo editoriale.
Zazzaroni su Juric: “Ragiona come uno sicuro del posto”
Il giornalista parte da alcune dichiarazioni fatte dal tecnico nel pre-gara nelle quali è tornato ad esempio a spiegare, nuovamente, la necessità di “gestire Dybala”, il quale, lo ricordiamo, nemmeno contro il Verona era partito dall’inizio. Zazzaroni alimenta quindi dubbi e perplessità sulle condizioni dell’attaccante:
“Di nuovo? Significa che non può fare due o tre partite di seguito? O forse non sta bene e non ce lo fanno sapere? E allora perché lo porta in panchina? Ha soltanto mezz’ora di autonomia? Scelta tecnica? Non posso nemmeno pensarlo. Ritiene fondamentale la sfida col Bologna e lo vuole perfetto? Mah”.
Dopodiché si arriva al punto focale del discorso: ovvero l’allenatore.
“La questione delle scelte è il punto centrale e alimenta perplessità e interrogativi: Juric sa bene di essere a tempo eppure si comporta come se si sentisse sicuro del posto e non in discussione, un tecnico da programmazione a lungo termine insomma”.
“Juric all’ultima spiaggia ma non se ne cura”
Continua Zazzaroni:
“I media continuano a moltiplicare le sue ultime spiagge, ma lui rinuncia all’ombrellone e agli occhiali da sole: non si protegge dai raggi spesso ustionanti di Friedkin”.
Quindi la chiosa sul tecnico:
“Non capisco Ivan, infine, perché non nutro pregiudizi nei suoi confronti, e penso di essere tra i pochi in circolazione: lo considero un allenatore preparato e un uomo leale e diretto. Che sia davvero l’aria di Trigoria?”