La Roma non ha iniziato bene la stagione. L’entusiasmo estivo per i tanti investimenti sul mercato si è spento e ci si inizia ad interrogare sugli errori commessi. Ormai è lampante di come la rosa costruita abbia delle grosse lacune che necessariamente a gennaio dovranno essere colmate.
Su tutti il problema delle corsie esterne. La partita contro l’Inter, una volta di più, ha rivelato tutti i limiti della squadra considerando che le opzioni Celik e Zalewski (quest’ultimo in realtà adattato a sinistra) non convincono. L’unico terzino di buon livello sarebbe in realtà Angelino che però continua a giocare nei tre davanti a Svilar. E questo è un altro problema soprattutto se in quel ruolo hai due giocatori che tieni in panchina.
Insomma, il calciomercato fatto dalla Roma in estate – non dimentichiamoci che due giocatori sono stati presi tra gli svincolati – oggi va rivisto in una chiave diversa, sebbene i campanelli d’allarme fossero stati già lanciati.
Calciomercato Roma: gli errori commessi
Dicevamo dei limiti della rosa. Manca ad esempio, oltre che ad un giocatore di fascia di alto livello come detto (non dimentichiamoci inoltre che Celik lo scorso anno era una riserva), un vice Dovbyk. Se non gioca il bomber ucraino sono dolori; ma anche quando servirebbe magari un’opzione in più per provare a recuperare una partita l’assenza è evidente.
A far discutere sono state poi tutta una serie di operazioni, come quella di Le Fee. Il centrocampista è costato 23 milioni ma fin qui praticamente non si è mai visto. Vero, c’è stato l’infortunio di mezzo ma anche contro l’Inter, quando è rientrato dopo oltre un mese, è sembrato un pesce fuor d’acqua.
Di tempo ne merita ancora, chiaro, ma intanto gli interrogativi restano soprattutto in merito al fatto che quei soldi, magari, sarebbero stati più utili se investiti altrove. E si ritorna a dama.
La Roma in prestito: Bove e Kumbulla fanno le fortune di Fiorentina ed Espanyol
Oltre agli acquisti poco azzeccati c’è chi oggi tira in ballo anche le operazioni che hanno portato ad alcuni addii. Non certo quello di Abraham – anzi qui i timori sono al contrario e praticamente nessuno a Roma vuole il suo ritorno a giugno – ma diverso è il caso ad esempio di Bove e Kumbulla. Entrambi stanno trovando giovamento dall’esperienza lontana da Trigoria e ad oggi il loro futuro, benché al momento siano stati ceduti soltanto in prestito, sembra lontano dai colori giallorossi.
Specie per il centrocampista l’operazione nostalgia è già iniziata. Ad ogni post che l’ex Roma pubblica sui social, tantissimi tifosi romanisti gli chiedono di “tornare nella Capitale”, che “la sua casa è nella Città Eterna”, che il suo “cuore è giallorosso“. Di certo il timore che Bove possa trasformarsi nell’ennesimo rimpianto per la società dei Friedkin per ciò che riguarda i talenti del vivaio ceduti troppo frettolosamente ad oggi è più che concreto. Basta guardare alle prestazioni e al ruolo centrale che gli hanno affidato nel nuovo progetto viola targato Palladino.
Bove: prestito con riscatto ma può scattare l’obbligo a 11 milioni
Il problema è anche un altro. Se per Kumbulla, così come Abraham, la formula per il prestito è stata “secca”, dunque servirà rinegoziarne i dettagli, per Bove il caso è differente. Il suo riscatto infatti potrebbe trasformarsi in obbligo qualora il centrocampista giocasse il 60% delle partite stagionali con presenze da almeno 45 minuti. In questo caso la Fiorentina verserebbe in automatico 9,5 milioni (che si sommerebbero così al costo iniziale dell’operazione, pari a 1,5 milioni, ndr) nelle casse giallorosse prendendo il centrocampista a titolo definitivo. Uno scenario più che plausibile considerando che a Firenze, come detto, Bove sta giocando sempre titolare.
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