Giovedì alle ore 21:00 si giocherà Roma-Elfsborg, in casa degli svedesi e a parlare è stato il tecnico Hiljemark che ha giocato diversi anni in Italia. Tra le squadre in cui ha militato Palermo e Genoa e ad allenarlo nella sua carriera calcistica proprio l’attuale allenatore della Roma, Ivan Juric.
Hiljemark si è ritirato all’età di 28 anni per intraprendere una nuova carriera da allenatore e ha raccontato proprio il momento del suo addio al calcio:
“Quando sono andato via dall’Italia non pensavo sarebbe stata la fine, amo questo paese e la sua cultura. Dopo la Russia è arrivato il covid e stavamo aspettando il primo figlio: ci siamo avvicinati a casa, all’Aalborg, in Danimarca. Avevo ventott’anni e voglia di fare bene, ero nel pieno della mia carriera. Dopo poche partite, in uno scontro con il portiere mi faccio male all’anca. Lavoro per tornare in campo, ma dopo nove mesi di riabilitazione non riesco nemmeno a camminare. Consulto specialisti in giro per il mondo: ‘Si può fare un’operazione?’ No, niente. Non sarei più tornato al mio livello. Ho deciso in fretta: è la fine, smetto”.
Il momento di appendere gli scarpini al chiodo è stato doloroso come per tutti gli ex calciatori ma nel momento in cui il club in cui giocava gli ha proposto di entrare nello staff tecnico e allenare ha subito accettato, definendo tale scelta una benedizione.
“In Danimarca ero già quasi un allenatore in campo, lo sono diventato anche fuori. Sono stato prima collaboratore, poi ho preso la panchina ad interim: lottavamo per non retrocedere e siamo stati a un passo dalla salvezza, ma per un gol siamo scesi in seconda. L’anno dopo, da primo allenatore, ho riportato l’Aalborg in Superligaen e sono andato via”, ha raccontato.
Hiljemark e il suo passato con Ivan Juric
L’Elfsborg rappresenta per lui un vero e proprio ritorno a casa perché si tratta della squadra in cui aveva iniziato ma come lui stesso ha ammesso già da calciatore aveva la passione per questo mestiere tanto che ne parlava spesso con Gilardino e Maresca, suoi compagni di squadra che poi hanno intrapreso anche loro la stessa carriera.
E su Ivan Juric: “Juric ci ha trasmesso uno stile di gioco intenso, Ballardini era un campione nella lotta salvezza, Prandelli una grande guida e De Zerbi un giovane innovatore che costruiva dal basso e viveva il calcio con passione folle. Juric mi ha portato al Genoa, ho provato il suo gioco sulla mia pelle. Ci ho messo mesi ad adattarmi: era uno stile nuovo. Un 3-4-3 con il doppio pivot, tutto intensità e uomo-a-uomo. Oggi se penso al livello di Elfsborg e Roma siamo su due pianeti diversi, ma non giochiamo solo per partecipare: ci proveremo. Di sicuro sarà una grande esperienza”.
Hiljemark riconosce il valore della Roma e sa che la sua squadra ha tutto da perdere ma ha studiato come poter far male agli avversari: “Con loro chi vince il duello ha la superiorità. E chiaramente su quello hanno più qualità di noi. Ma speriamo di avere alcuni secondi qua e là nella partita per uscire dai blocchi e creare occasioni da gol. Dovremo essere solidi in difesa e esplosivi in attacco. L’importante nel calcio è essere in controllo della gara, che non significa per forza avere il 100% di possesso palla: a volte serve essere compatti dietro e precisi davanti”.
Il modulo potrebbe essere speculare, un 3-4-3: “Loro puntano più sull’intensità, noi sulla concretezza. E cercheremo di essere fluidi: non faremo né una partita di sole transizioni, né di solo possesso. Servirà un gran lavoro perché hanno qualità in tutti i ruoli, cambi che possono spaccare la partita, e pensano in fretta: è una caratteristica che Juric trasmette ai suoi uomini”.