Sono ore complicate in casa Roma dopo l’esonero di Daniele De Rossi dalla panchina giallorossa, piombato stamattina come un fulmine a ciel sereno. Il suo sostituto è stato già scelto: sarà Ivan Juric, tecnico ex Torino. La piazza romanista è però in subbuglio. Non tanto – e questo lo dobbiamo dire – per l’addio ad una bandiera come DDR (in tanti lo stavano chiedendo a gran voce) quanto piuttosto anche per la scelta di chi arriverà al suo posto. Evidentemente i tifosi, considerando che mai come stavolta c’erano tanti top allenatori liberi, si aspettavano altro. A Trigoria, come vi stiamo raccontando da stamattina, il clima è molto teso e si respira un’aria di contestazione.
C’è chi se la prende con la società per aver tagliato DDR troppo in fretta, chi attacca i calciatori. Chi, come detto, voleva ben altri nomi per guidare la squadra. Al di là dell’esonero di De Rossi comunque, la cui panchina era finita in discussione anche se non al punto da buttare tutto alle ortiche così bruscamente, bisogna fare i conti con una realtà che ci racconta del terzo allenatore cambiato in nove mesi alla Roma. Questo è un dato di fatto. Altro che progetto verrebbe da pensare. Intanto davanti al centro sportivo “Fulvio Bernardini” sono apparsi alcuni adesivi che recitano la scritta “yankee go home“. Segno di come nel mirino della tifoseria ci siano anche i proprietari della società, ovvero i Friedkin. Insomma, allenatore a parte c’è il rischio forte che tutto l’ambiente si trasformi in una polveriera.
