Zalewski fuori rosa, avvocati sul piede di guerra: la Roma ha leso i suoi diritti? Il focus

Secondo le ultime ricostruzioni, dopo l’accordo mancato col Galatasaray, la Roma avrebbe messo fuori rosa Zalewski: ma il provvedimento è legittimo?

Giulio Benatti -
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Un gruppo di avvocati pronti a risolvere un caso giuridico – romaforever.it

In passato era già successo a Nicolò Zaniolo, stavolta la storia si ripete con Nicola Zalewski: stando ai maggiori quotidiani sportivi (Corriere dello Sport e Gazzetta), la Roma avrebbe messo fuori rosa l’esterno per aver rifiutato in nottata la cessione al Galatasaray, dopo che le due società avevano trovato l’accordo per il trasferimento di proprietà del cartellino. Quanto successo a Trigoria apre dunque una questione giuridica molto interessante che ciclicamente sembra ripetersi in serie A, a Roma come altrove.

Cosa significa mettere un giocatore fuori rosa? Quando può essere fatto e cosa comporta per il soggetto in questione e la società stessa? Per saperne di più bisogna analizzare a fondo l’accordo collettivo dell’Associazione Italiana Calciatori (AIC), che futuri tesserati e club devono firmare alla stipula di ogni contratto. Solo così è possibile capire con maggior cognizione di causa il provvedimento disciplinare che avrebbe colpito il giallorosso originario di Tivoli in queste ore.

Zalewski fuori dalla rosa della Roma: palla al regolamento

Il contratto di un giocatore è a tutti gli effetti il contratto che un lavoratore (l’atleta) stipula con un datore di lavoro (la società). Ne conseguono obblighi e diritti, che se violati possono portare a delle conseguenze. Dall’accordo collettivo si evince chiaramente che la Roma non può impedire a Zalewski di allenarsi, a meno che quest’ultimo non si sia macchiato di illeciti quali doping, calcioscommesse o episodi di razzismo. Illiceità gravi, insomma. Non è questo il caso. Cosicché anche se escluso dal lavoro collettivo la società dovrà impegnarsi a fornire al polacco tutto il necessario per un allenamento di qualità (strutture, preparatori e professionisti vari).

Nicola Zalewski
Nicola Zalewski cammina al centro del campo durante una partita della Roma – (romaforever.it)

Detto questo, Zalewski può accedere al centro sportivo romanista e al massimo può essere costretto ad allenarsi da solo. Cioè non col gruppo. Nel caso in cui i diritti sopracitati venissero meno, può fare ricorso al Collegio Arbitrale per farsi riconoscere il 20% dello stipendio annuale lordo e, a sua scelta, il reintegro in squadra o la risoluzione del contratto. Al contempo, Zalewski è tenuto a partecipare a tutte le iniziative della Roma, salvo casi di malattia o infortunio. Se così non fosse la società può prendere provvedimenti nei suoi riguardi che, a sua volta, l’esterno potrebbe sottoporre sempre al Collegio Arbitrale se li ritenesse ingiustificati.

Il parere giuridico

Per concludere, interessante quanto dice l’avvocato Jean-Christophe Cataliotti sul tema. “Il calciatore professionista non può essere messo fuori rosa, cioè non può essergli impedito di allenarsi con la prima squadra. E’ una norma che tutela la dignità professionale del calciatore e va assolutamente rispettata così come recita l’articolo 10, comma 2, dell’Accordo collettivo”.

Conclude il legale: “Nel caso capitasse, il calciatore potrà diffidare la società stessa. E se la società, una volta diffidata, non provveda alla reintegrazione nel termine perentorio di giorni cinque, il calciatore avrà il diritto di ottenere, a sua scelta, la reintegrazione o la risoluzione del contratto. In entrambi i casi avrà altresì diritto al risarcimento del danno”.