Qualche giorno fa era stato il procuratore di Edoardo Bove, Diego Tavano, a ‘bacchettare’ la Roma per aver deciso di mandare via Bove. Tavano ha sottolineato che per il centrocampista, nato e cresciuto a Roma, il fatto di dover andare via dalla propria squadra del cuore ha ovviamente suscitato in lui tanta tristezza. Tuttavia ora Bove vuole ripagare il forte interesse della Fiorentina: i viola hanno deciso di puntare sul 22enne per rinforzare il centrocampo e regalare così a Palladino una pedina di spessore.
Proprio nelle scorse ore si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di Bove come nuovo calciatore della Fiorentina, che lo ha prelevato dai giallorossi con la formula del prestito con diritto di riscatto. Il giovane talento ha già fatto il suo esordio in maglia viola, subentrando a Rolando Mandragora nel secondo tempo della gara contro il Monza al Franchi (terminata 2-2).
Bove, che frecciata alla Roma: “Ero fuori dal progetto”
Una delle domande che gli sono state rivolte in conferenza stampa non poteva che essere sull’addio alla Roma. Il centrocampista ha tenuto a precisare che è stato lui a scegliere di andare via dopo che il club gli ha riferito che non avrebbe avuto lo spazio sufficiente per crescere. “Ero fuori dal progetto“, afferma Bove, senza girarci troppo intorno.
“Io voglio essere protagonista ed essere al centro del progetto – ha poi aggiunto il nuovo giocatore della Fiorentina – Questo credo valga per ogni calciatore, al di là dell’età e del tifo. Sono qui per essere considerato importante e giocare il più possibile“. Bove ha poi precisato di aver scelto i viola perché convinto dal progetto del club del presidente Rocco Commisso. In più la passionalità della piazza di Firenze ha giocato un ruolo determinante, così come la qualità del centro sportivo che Bove reputa “il migliore in Italia“.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione l’ex romanista ha risposto anche a una domanda su Mourinho, spiegando che lo Special One ha avuto un ruolo importante per migliorare alcune sue caratteristiche, a cominciare dalla fase difensiva. Infine un accenno a ‘cane malato’, il soprannome che gli aveva affibbiato il tecnico portoghese: “I soprannomi li lascio dare ai tifosi e agli allenatori – ha aggiunto Bove – Quello che penso e vi dico è che buona parte dell’ambiente calcistico non ha ancora visto quello che posso dare“.