
A Roma, c’è chi guarda già oltre, verso quei mesi in cui ogni scelta peserà il doppio, e ogni nome potrebbe cambiare il destino di un club. E non si tratta solo di calciatori, ma anche di chi quei nomi li sceglie, li valuta, li porta dentro le mura di Trigoria.
Al centro di questo fermento silenzioso, ma costante, c’è Florent Ghisolfi, il responsabile dell’area tecnica giallorossa. Una figura che, fin dal suo arrivo, ha diviso e acceso il dibattito. I tifosi aspettano il prossimo mercato estivo con curiosità e impazienza, anche per capire quale direzione prenderà davvero la Roma sotto la sua guida. Per molti, è il primo vero banco di prova. Per altri, una seconda possibilità dopo due sessioni che hanno lasciato sensazioni contrastanti.
Il mercato estivo e quello invernale portano la sua firma, ma i risultati sul campo non hanno convinto del tutto. Alcuni acquisti hanno mostrato qualità a sprazzi, altri sono rimasti avvolti in un limbo tra aspettative e minutaggio ridotto. I casi di Rensch, Nelsson, Gourna-Douath e Salah-Eddine raccontano una storia fatta di scommesse che, almeno per ora, non hanno avuto il tempo o il modo di esplodere. Appena 13 presenze in tre, distribuite in frammenti di partite, non bastano a costruire certezze o giudizi definitivi.
Ma Ghisolfi non si nasconde. Dalla Francia, in un’intervista concessa a RMC Sport, ha fatto sentire la sua voce. “Sono stato accolto molto bene a Roma, anche se a volte le richieste sono un po’ folli”, ha detto, lasciando intendere quanto la pressione ambientale sia parte integrante dell’avventura giallorossa. Ma nonostante le difficoltà, il dirigente non si tira indietro: “Se il mio lavoro non sarà all’altezza me ne andrò, ma voglio dimostrare di essere in grado di strutturare il club”.
C’è, in quelle parole, un mix di consapevolezza e determinazione. L’idea di fondo è quella di costruire qualcosa che duri, che non sia solo legato ai nomi di passaggio, ma a un’identità precisa. Un lavoro che, per forza di cose, resta invisibile per mesi, finché non prende forma e diventa realtà. “Oggi tante cose non si vedono, ma spero che diano presto i frutti”, aggiunge Ghisolfi, lasciando intendere che il vero progetto sta ancora crescendo sotto traccia.
La Roma, intanto, osserva. E aspetta. Il futuro si gioca anche tra numeri, colloqui riservati e trattative che iniziano molto prima delle firme. Il prossimo mercato sarà una risposta, forse definitiva, sul lavoro del dirigente francese e sull’ambizione di una società che deve dimostrare, ancora una volta, di voler stare in alto.