Nell’universo dell’Everton, dove il vento del cambiamento soffia da tempo, un’altra scossa è arrivata in queste ore, portando con sé l’eco del parquet NBA. Ed è proprio da lì che proviene il nuovo volto pronto a sedersi tra i proprietari del club inglese.
Jason Kidd, leggenda del basket americano e attuale tecnico dei Dallas Mavericks, ha deciso di affacciarsi per la prima volta nel mondo del calcio europeo. Lo fa entrando a far parte della compagine proprietaria dell’Everton, il Roundhouse Capital Holdings, gruppo capeggiato dagli imprenditori americani Friedkin. Dopo il recente ingresso di Christopher Sarofim, anche l’ex stella dei Brooklyn Nets ha ufficializzato il suo ruolo nel progetto, lanciando parole che lasciano intendere tutta la sua determinazione.
“Sono onorato di entrare a far parte della proprietà dell’Everton in un momento così importante: con un nuovo stadio all’orizzonte e un futuro luminoso per il club, questo è davvero il momento perfetto per salire a bordo”, ha dichiarato Kidd. La sua presenza sorprende non solo per la distanza tra i due mondi sportivi, ma anche per il tempismo con cui arriva, mentre il club di Liverpool vive una fase delicata sia a livello tecnico che societario.
Nonostante i risultati altalenanti, il recente ritorno in panchina di David Moyes ha restituito una ventata d’ottimismo, allontanando i fantasmi della retrocessione. L’Everton rimane una realtà storica del calcio inglese, e il lavoro dell’allenatore scozzese sembra aver trovato l’attenzione e il rispetto della piazza, restituendo una certa compattezza che da tempo mancava.
Il contesto in cui avviene questa operazione è tutt’altro che secondario. Il nuovo stadio, simbolo del rilancio societario, rappresenta una delle sfide più grandi per la nuova dirigenza americana, che non intende fermarsi alle semplici promesse. In questo senso, l’ingresso di una personalità come quella di Kidd può offrire molto, non solo in termini finanziari, ma anche come esempio di mentalità e spirito competitivo. Per un club che punta a ritrovare un’identità vincente, l’esperienza accumulata nel mondo NBA potrebbe diventare un valore aggiunto sottovalutato da molti.
Il legame tra sport statunitensi e calcio europeo continua a rafforzarsi, e l’Everton sembra sempre più al centro di questo ponte culturale. Jason Kidd, reduce da una stagione complicata dopo la partenza di Luka Doncic dai Mavericks, ha evidentemente scelto un nuovo terreno su cui investire la propria visione. E sebbene per ora il suo ruolo sia più legato alla governance, la sua presenza alimenta un progetto che, passo dopo passo, inizia a mostrare contorni più solidi.
Dentro questa operazione c’è qualcosa che va oltre il semplice investimento. C’è la volontà di contribuire a una storia da riscrivere, una società da ristrutturare, un’immagine da rilanciare. La strada è ancora lunga e disseminata di ostacoli, ma tra ambizione, nuove alleanze e l’eredità di un passato importante, l’Everton ha smesso di restare fermo a guardare. E con l’ingresso di Kidd, il messaggio è chiaro: il progetto vuole guardare lontano.