
Solo qualche giorno fa l’incendio del suo Suv, parcheggiato nella sua villa di Spinaceto, mentre era in vacanza a Dubai con la compagna, è un fatto di cronaca sul quale stanno indagando i carabinieri che ritengono si sia trattato di un rogo doloso.
Figlio d’arte: una passione tramandata di padre in figlio
Tra i tanti doppi ex, in vista del big match Inter-Roma, c’è anche lui Christian Panucci, figlio d’arte, visto che papà Vittorio è stato, tra l’altro, attaccante del Savona che ha poi dovuto fare una scelta di vita e abbandonare il calcio per proseguire il suo lavoro come portalettere.

La sua determinazione lo fa approdare in serie A
Ma Vittorio ha trasmesso al figlio l’amore per il calcio e, come racconta al Corriere della Sera in un’intervista, a 15 anni ha lasciato la casa familiare per vivere nel convitto della Veloce Savona, con cui si allenava, mentre lavorava da un benzinaio “a 50mila lire a settimana”. Non ha mai smesso di credere nel suo progetto di diventare un giocatore professionista e a 19 anni è approdato in serie A con il Genoa. Un ingaggio che gli ha consentito di iniziare a guadagnare e di comprare casa ai suoi genitori. Un momento speciale per Christian che ricorda: “Le lacrime di papà davanti al notaio”.
L’arrivo al Milan e le numerose offerte
La carriera di Panucci è decollata definitivamente quando è finito nel mirino del Milan che lo acquistano a 9,5 miliardi di lire, nel momento in cui “era la squadra più forte del mondo”. In rossonero si mette in mostra tanto da avere numerose offerte, anche dalla Roma di Mazzone, ma alla fine sceglie il Real Madrid nel ’97, e sarà il primo italiano a vestire la maglia dei Blancos.
L’esperienza con l’Inter e la Roma
Dopo due stagioni decide di tornare in Italia, stavolta nell’Inter di Lippi con il quale i rapporti sono sempre stati estremamente tesi, e arriva la scelta di cambiare squadra e raggiungere il Chelsea. Solo nel 2001 arriva alla Roma di Spalletti e anche con lui non trova la giusta intesa e dopo 8 stagioni, vari dissapori e l’esclusione dalla Champions lascia i giallorossi per andare al Parma dove conclude la sua carriera a 37 anni.
Appesi gli scarpini al chiodo continua a lavorare nel mondo del calcio
Il calcio, però resta la sua principale passione e decide di intraprendere la carriera da allenatore in Russia, a Livorno, alla Ternana e infine in Albania. Continua a interessarsi al calcio come opinionista in Champions League, Coppa Italia, Pressing e Supercoppa… per Mediaset,