Stadio Roma new (ansa foto)
Non si tratta di una partita, né di un nome sul mercato. Questa volta, il campo è un altro: il futuro del nuovo stadio giallorosso a Pietralata si gioca tra carte, progetti e silenzi istituzionali.
La prossima settimana potrebbe segnare un passaggio cruciale per un progetto che da anni alimenta sogni, tensioni e aspettative. Dopo mesi di lavoro, la società è pronta a fare un passo significativo. Ma non sarà una presentazione in grande stile, con flash e dichiarazioni pubbliche. Non ci saranno faldoni portati a mano né telecamere ad attendere una delegazione romanista all’ingresso del Campidoglio. La Roma invierà in formato digitale la documentazione completata, mettendola a disposizione degli uffici tecnici del Comune.
Non sarà però ancora la versione definitiva. Il progetto del nuovo impianto non può essere formalmente chiuso, almeno per ora, per via di un ostacolo che arriva da lontano, dal sottosuolo della capitale. Le indagini archeologiche sono infatti ancora in corso, bloccate da verifiche sulla possibile presenza di un’area boschiva protetta nel perimetro individuato. Un dettaglio non marginale, che impedisce di chiudere l’intero dossier e, di conseguenza, di consegnarlo in forma ufficiale.
Eppure, la scelta di anticipare l’invio del materiale parziale non è affatto casuale. Serve a rompere l’attesa, a consentire agli uffici del Comune di iniziare già da subito un primo esame della documentazione disponibile. Un modo per guadagnare tempo e procedere più rapidamente quando tutto sarà completato. Ma anche un messaggio, rivolto a chi – nei corridoi della politica romana – ha iniziato a manifestare segnali di insofferenza.
Negli ultimi giorni, infatti, alcune critiche hanno iniziato a emergere. Voci isolate, per ora, ma significative. Da Ignazio Marino, ex sindaco della Capitale, passando per esponenti di AVS, Movimento 5 Stelle e Lega, si comincia a delineare un clima che non è più solo tecnico o burocratico. Si avverte l’eco di una campagna elettorale in anticipo, dove il tema dello stadio rischia di diventare terreno di scontro.
Proprio per questo, chi si aspettava un grande evento lunedì prossimo potrebbe restare deluso. La data, pur suggestiva, non sembra più essere quella giusta. Il primo giorno utile appare martedì, quando le porte del Campidoglio potrebbero aprirsi, anche se solo digitalmente, al progetto del nuovo stadio. Un momento discreto ma determinante, il passo che precede l’avvio vero e proprio del processo.
Il cuore della questione è triplice: struttura architettonica, mobilità e viabilità, sostenibilità finanziaria. Tre pilastri che delineano la visione futura di un impianto che non vuole essere solo uno stadio, ma una nuova centralità urbana. Su questi temi gli uffici comunali inizieranno a lavorare, anche senza l’ufficialità completa, per non perdere tempo e arrivare pronti al momento decisivo.
È un equilibrio sottile, tra ciò che si può dire e ciò che si deve ancora attendere. Ma tra queste righe si muove una Roma che vuole costruire il proprio futuro, anche al di là del campo di gioco. E ogni dettaglio, anche il più tecnico, racconta un cambiamento già in atto.