
Gianluca Mancini può essere considerato a tutti gli effetti come uno dei punti fermi della Roma. Anzi. Qualcuno vede in lui l’erede designato di Lorenzo Pellegrini addirittura come Capitano. Non a caso, quando è mancato il numero 7 in campo – e quest’anno è successo spesso – la fascia l’ha indossata lui senza problemi. Carismatico, leader coi compagni, in grado di farsi rispettare da arbitro e avversari.
Tutte qualità che appunto un Capitano deve avere. Ma c’è stato un tempo in cui non era così. Mancini, come talvolta capita a chi arriva in un nuovo ambiente, non ha avuto un impatto facilissimo alla Roma. Qualche difficoltà tattica, una fama di attacca-brighe che non certo lo ha agevolato, una propensione quasi maniacale, ai limiti dell’autolesionismo, a ricercare il cartellino giallo. Per non parlare poi dell’irruenza, con entrate spesso fuori luogo. “Sono migliorato adesso“, dice con orgoglio oggi il difensore. E i fatti, in effetti, gli stanno dando ragione.
Mancini e l’aneddoto su De Rossi: “Un suo collaboratore mi salutò in modo strano”

Il percorso di cambiamento può dirsi ad oggi completato. Non a caso Mancini oggi, lo abbiamo detto, è diventato uno dei punti di riferimento nello spogliatoio. Ripensando a qualche mese fa tuttavia emergono ancora retroscena in chiaroscuro legati al suo rapporto con l’ambiente.
In particolare, rivela il difensore, l’impatto con De Rossi non è stato dei più facili: “Appena arrivato a Trigoria un suo collaboratore mi salutò in modo strano” – racconta il calciatore – “dopo un po’ mi disse che non mi sopportava“. Ma non finisce qui.
“Voleva mettermi sotto con la macchina”

Mancini infatti aggiunge: “Addirittura arrivò a dirmi che mi avrebbe messo sotto con la macchina“. Una frase davvero forte, clamorosa senza dubbio. Le cose però nel rapporto tra i due sono iniziate a cambiare presto fortunatamente: “Dopo una settimana si scusò e mi disse che aveva sbagliato tutto su di me. Ero un ragazzo eccezionale: io in campo mi trasformo, sto cercando di migliorare”.
Mancini e il rapporto con gli arbitri: “Il mio atteggiamento è cambiato”
Nel tempo, al di là di questo retroscena, anche il rapporto con i Direttori di gara è cambiato: “Prima davo fastidio, l’evoluzione del mio comportamento è cominciata con De Rossi” – ammette Mancini – “ora è differente. Non prendo troppe espulsioni perché di entrate brutte non ne faccio”. Il difensore ricorda quindi quanto accaduto qualche tempo fa in Coppa Italia con Orsato: “Lì sbagliai tanto e presi tre giornate di squalifica. Chiesi scusa in quella circostanza”.