
La proprietà americana della Roma ha un modello gestionale che spesso ha fatto discutere. Per chi conosce l’ambiente internazionale, in realtà, i Friedkin non starebbero facendo niente di anomalo, nel senso che il loro modus operandi è sostanzialmente questo. Anche per gli altri settori in cui fanno business. Ma il calcio italiano, per di più quello romano e romanista, richiederebbe altro.
Una cosa che però Dan e Ryan sembrano aver colto soltanto superficialmente. E quanto accaduto quest’anno ne è semplicemente l’ultima dimostrazione. Prima di Ranieri infatti i Friedkin avevano messo insieme un errore dopo l’altro: che stavano costando alla squadra caro, anzi carissimo. La scelta di portare a Trigoria sir Claudio ha giocato però al loro favore a patto però, adesso, di non ricadere sui vecchi errori.
I Friedkin devono ascoltare Ranieri sul nuovo allenatore

Il riferimento non può che andare allora alla scelta del nuovo allenatore. “Se non sarò ascoltato, se non conterò, allora andrò via“, è stato il monito lanciato da Ranieri. La sua permanenza in società, al di là della dicotomia consigliere/dirigente (conteranno i fatti tanto alla fine), può essere davvero “l’anello mancante” tra la proprietà e la piazza.
Una figura autorevole, che gode della stima del popolo giallorosso, in grado di fare da collante dentro la Roma. Compattandola anche verso l’esterno. A quel punto, siamo convinti, nessuno baderebbe troppo alla latitanza del Presidente dalla Capitale proprio perché ci sarebbe un uomo di fiducia a farne le veci.
Se invece tutto questo non accadrà, beh allora si sarà persa un’altra occasione per creare una società più forte, un club con una precisa identità e non soltanto una fredda azienda con cui fare affari. Insomma, il confine è sottile: ma stavolta Dan e Ryan hanno davvero finito i bonus.
Il retroscena su Antonello stupisce: “Mancava solo la firma, poi però…”

Qualche scricchiolio nelle ultime settimane, dobbiamo dirlo, però c’è stato. Al di là della faccenda del nuovo allenatore resta ancora una sorta di giallo il perché i Friedkin stiano temporeggiando così tanto sulla figura del CEO. Anche qui: un elemento di spicco, una presenza importante, avrebbe aperto nuovi scenari in chiave futura. Ma per ora è tutto fermo.
Tanto che nelle ultime ore si parla di un ritorno di fiamma per la soluzione home made: Vitali. “Antonello era virtualmente alla Roma” – ha raccontato stamani Stefano Carina a Radio Radio – “mancavano solo le firme. Poi però il suo nome è uscito sui giornali e quindi è saltato tutto“. Un retroscena davvero singolare che, ancora una volta, rende assolutamente imperscrutabile il modo di agire della famiglia americana.