Ex Roma, i tifosi non lo hanno mai perdonato: “Piazza difficile, troppa pressione”

Un progetto che aveva promesso molto e mantenuto poco: scelte discutibili che hanno tradito i tifosi.

Melissa Landolina -
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curva sud
curva sud (ansa foto)

L’ex direttore sportivo della Roma è tornato a parlare della sua esperienza in giallorosso e delle difficoltà che ha riscontrato quando si trovava nella Capitale.

«Portare i giocatori alla Roma non era facile, è un club grandissimo e che ha tanta pressione», ha detto il dirigente spagnolo ai microfoni di Sky Sport. Poi ha aggiunto: «Alla Roma non era semplice, perché è una squadra dove devi arrivare a guadagnare sempre». Frasi che hanno fatto eco nella mente di chi ha vissuto quella fase con speranza, per poi ritrovarsi disilluso. Perché quella esperienza, durata dal 2017 al 2019, è stata tutto fuorché indimenticabile in senso positivo.

Il nome di Monchi, per molti, è diventato il simbolo di un’ambizione mal calibrata, di un progetto che aveva promesso molto e mantenuto poco. Quello che doveva essere l’artefice della rinascita romanista si è invece trasformato, con il passare dei mesi, in un volto associato a scelte discutibili. La piazza non ha mai realmente perdonato gli acquisti di Steven Nzonzi, Patrik Schick e Robin Olsen, giocatori che non solo non hanno inciso, ma che hanno anche pesato sulle casse del club e sulla sua credibilità tecnica.

Il giudizio su quella parentesi è stato durissimo. Non tanto perché mancasse la visione, quanto per l’incapacità di adattarsi a un ambiente come quello romano, dove ogni passo falso ha conseguenze amplificate. Monchi ha portato con sé il suo metodo, le sue idee, ma Roma non è Siviglia, e questo lo ha capito troppo tardi. Il tempo per rimediare non c’è stato: l’addio è arrivato tra malumori e rimpianti, con un bilancio che ancora oggi fa discutere.

Nel frattempo, mentre a Trigoria si cercava di ripartire dalle macerie lasciate, lui ha voltato pagina. Ora si trova in Premier League, all’Aston Villa, in un contesto diverso, forse più adatto alle sue caratteristiche. Un club in crescita, dove può lavorare con maggiore serenità e meno pressioni quotidiane. Un ambiente fertile per chi ha bisogno di riacquisire fiducia nel proprio lavoro.

Eppure, anche da lontano, il legame con Roma resta. Le sue parole recenti lo confermano: qualcosa è rimasto aperto. E se da una parte c’è la voglia di raccontare ciò che non ha funzionato, dall’altra c’è ancora chi aspetta delle risposte che non sono mai arrivate. Perché non si tratta solo di calciatori o strategie di mercato, ma di una città che aveva creduto in un progetto e si è sentita tradita.

Il tempo forse mitigherà i toni, ma certe dichiarazioni, arrivate anni dopo, servono solo a ricordare quanto quel passaggio sia stato fallimentare per entrambe le parti.