
Artem Dovbyk è stato un giocatore ampiamente criticato nel corso di questa stagione nonostante, numeri alla mano, non abbia deluso i pronostici soprattutto considerando che è la sua prima stagione in Serie A.
Probabilmente le aspettative erano troppo alte dato che è arrivato nella Capitale come il capocannoniere della Liga e ci si aspettava un rendimento che, a suon di gol, avrebbe potuto portare la Roma ai vertici della classifica.
C’è da spezzare una lancia a suo favore: anche gli attaccanti più amati dalla piazza giallorossa che hanno fatto la storia del club, come ad esempio Edin Dzeko, al loro arrivo non sono riusciti a dimostrare il loro valore e sono stati contestati alla stregua di Dovbyk.
Tra l’altro, l’attaccante ucraino non ha trovato un clima favorevole viste le difficoltà di inizio stagione con il cambio degli allenatori e una situazione difficile da gestire per chiunque, anche per i veterani.
Ma ciò che i tifosi della Roma si continuano a chiedere dopo ogni partita è: perché Dovbyk non esulta quando segna?
La risposta è arrivata prima di Roma-Juventus quando su DAZN hanno trattato l’argomento e hanno rivelato i veri motivi del comportamento dell’attaccante.
La decisione di Dovbyk è arrivata in accordo con sua moglie Yulia: non vuole esultare al gol per rispetto alla sua terra, l’Ucraina, che sta vivendo la tragedia della guerra. Tra l’altro sua moglie è rimasta incinta della loro prima figlia proprio nel periodo in cui scoppiò il conflitto e a maggior ragione hanno voluto mantenere questa linea considerando che le loro famiglie sono ancora in Ucraina e rischiano la vita ogni giorno.
Nel corso di un’intervista dopo Lecce-Roma gli era stata posta questa domanda ma l’attaccante non aveva voluto rispondere chiaramente, sviando: “Ero un po’ stanco, abbiamo esultato tutti insieme, ma la cosa più importante sono i tre punti” (leggi l’intervista completa nel nostro articolo).
La spiegazione di oggi chiarisce il motivo per cui Dovbyk appare sempre poco sorridente: non bisogna dimenticare che prima di essere calciatori sono uomini e la situazione che sta vivendo non è affatto semplice.