
Amantino Mancini, volto indelebile di una Roma che ha fatto sognare, ha aperto una finestra sul passato, lasciando entrare luce anche sul presente. Le sue parole non sono solo memoria, ma una lente lucida su ciò che è oggi il club giallorosso.
Il suo pensiero torna subito a uno dei momenti più alti della sua carriera romana, una sfida epica contro la Juventus che si è conclusa con un sonoro 4-1. Una di quelle partite che non si dimenticano, dove tutto sembra girare nel verso giusto. Due assist, uno stadio in festa e una prestazione da ricordare per sempre. È proprio da lì che parte il suo racconto, con quella scintilla che ancora oggi illumina il tono della sua voce.
Quando lo sguardo si sposta sul presente, Mancini non fa giri di parole. Indica con chiarezza il valore del collettivo come il vero punto di forza della Roma attuale, una squadra capace di un’intensità che fa la differenza. In mezzo a questo meccanismo ben oliato, spicca il nome di Artem Dovbyk, l’attaccante che sta sorprendendo tutti per determinazione, concretezza e impatto. Mancini lo cita più volte, senza esitazioni, come una delle rivelazioni della stagione.
Accanto ai complimenti, c’è anche spazio per un’osservazione più critica. Lorenzo Pellegrini, capitano e simbolo, secondo Mancini non ha ancora mostrato tutto ciò che potrebbe dare. Una stagione tra alti e bassi che lascia ancora margine per una svolta in queste ultime gare. La speranza, chiarisce, è che possa ritrovare la sua forma migliore, perché il suo apporto è cruciale nei momenti decisivi.
Quando si parla di panchina, il discorso prende una piega interessante. Mancini riconosce a Claudio Ranieri un ruolo chiave in questa fase della Roma, elogiandone l’esperienza, l’equilibrio e la conoscenza profonda dell’ambiente. Il suo arrivo, dice, ha permesso di invertire una rotta difficile, restituendo alla squadra compattezza e fiducia. Il legame con la città è forte e reale, ed è per questo che si augura che Ranieri possa restare protagonista anche in futuro, magari in una veste diversa ma ugualmente centrale.
Quando il discorso vira sul futuro prossimo, su quella sfida che riaccende ogni volta le emozioni, Mancini non si tira indietro. Prevede una vittoria della Roma sulla Juventus per 2-1, un pronostico fatto col cuore, ma anche con la testa di chi conosce il peso di certe partite e l’energia che possono sprigionare.
Infine, uno sguardo su ciò che viene dopo il calcio giocato. Mancini oggi è impegnato con la Aymores, una squadra di Belo Horizonte. Gestisce il progetto e ha messo al centro della sua attività la crescita del settore giovanile. L’obiettivo è chiaro: creare un polo d’eccellenza, formare talenti e restituire al calcio ciò che lui ha ricevuto.
Le sue parole non sono solo un ricordo, ma un passaggio di testimone. Perché chi ha vissuto davvero certe emozioni sa riconoscerle anche quando cambiano volto. E a Roma, quelle emozioni, restano sempre vive.