Totti rompe il silenzio sulle polemiche: “Non andrei a Mosca solo se…”

Un campione, una scelta e una tempesta di opinioni. Cosa c’è dietro questa decisione che sta facendo tanto rumore?

Melissa Landolina -
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Francesco Totti
Francesco Totti (ANSA FOTO)

Francesco Totti, uno dei calciatori più amati di sempre, si trova ora sotto i riflettori per una scelta che sta dividendo l’opinione pubblica. Il suo viaggio in Russia, previsto per aprile, ha acceso un dibattito che va oltre il calcio, coinvolgendo riflessioni più ampie su etica e responsabilità.

“Non sono un politico né un diplomatico, sono un uomo di sport”, ha dichiarato con fermezza, rispondendo a chi gli chiede conto della sua decisione. Un’affermazione che vuole chiarire un punto fondamentale: il suo ruolo è sempre stato quello di promuovere i valori dello sport, senza entrare in questioni politiche.

Il calcio come linguaggio universale

Da anni, Totti partecipa a eventi in tutto il mondo, portando la sua esperienza nelle città che lo accolgono. “Vado ovunque mi invitino a parlare di sport”, ha ribadito, evidenziando come la sua presenza in Russia non sia un’eccezione, ma una tappa di un percorso che lo ha visto protagonista in molte realtà diverse.

Il punto che ha generato il dibattito, però, è un altro. In un periodo storico così delicato, ogni decisione assume un significato più grande. È davvero possibile separare lo sport dal contesto in cui si svolge? È giusto che una figura così influente si esponga a possibili strumentalizzazioni?

Totti risponde a queste perplessità con una dichiarazione chiara: “Non avrei problemi ad andare a Kiev per le stesse finalità”. Un modo per sottolineare la sua totale neutralità e la convinzione che il calcio debba rimanere un punto di incontro, non di divisione.

Una decisione ancora aperta

Nonostante le polemiche, il suo atteggiamento rimane equilibrato. “Se mi arrivasse una richiesta da un organo competente per non partecipare, non esiterei un momento a fare un passo indietro”, ha dichiarato, aprendo alla possibilità di una rinuncia nel caso in cui venisse espresso un parere ufficiale in merito.

Un modo per mettere a tacere chi lo accusa di superficialità, ma senza rinnegare la sua visione dello sport come strumento di unione. Il dibattito, però, non si placa. La sua scelta finale avrà un peso significativo e continuerà a far parlare, perché quando a prendere una decisione è una leggenda come lui, ogni parola diventa storia.