Edoardo Bove - foto Ansa
Deve essere stata una decisione dolorosa per Edoardo Bove quella di lasciare la Roma per raggiungere la Fiorentina, non avrebbe mai immaginato di trovare un’altra famiglia e un affetto incondizionato fondamentale per affrontare il periodo difficile che sta attraversando.
In questo momento tanto delicato che il centrocampista romano sta vivendo dal 1 di dicembre scorso, dal giorno del malore in campo contro l’Inter, il successivo impianto del defibrillatore e le visite, le analisi, gli accertamenti, ha potuto contare sempre e comunque sul supporto concreto della Fiorentina.
La società, i compagni di squadra e anche il mister, Raffaele Palladino, gli sono stati vicini, si sono occupati di lui, gli hanno immediatamente dato un ruolo imprescindibile che gli consente di vivere ancora l’atmosfera delle partite di calcio, seppure, ovviamente, lui vorrebbe tornare a giocare.
In attesa di sapere se questo sogno potrà concretizzarsi, però, ha un ruolo preciso nella compagine viola “è un mio collaboratore, un fratellino. Gli voglio – ha detto Palladino in una lunga intervista al Corriere Fiorentino – troppo bene. È molto intelligente, lo coinvolgo spesso. Mi dà una grande mano”.
Anche il tecnico della Fiorentina fa fatica a immaginare il futuro del suo centrocampista lontano dal rettangolo di gioco e, infatti, sottolinea: “Non posso pensare che Edo non giochi più. Sarà lui a decidere”, valutando eventualmente anche la possibilità di giocare all’estero. Ma Palladino precisa: “Qualora dovesse smettere sa che nel mio staff ci sarà sempre un posto”. Un attestato di stima, ma soprattutto di grande affetto che ha avvolto Bove in questo periodo difficile.