Dalle parti della Capitale non ha fatto vedere granché. Eppure qualcosa si era intravisto oltre al nome, di quelli pesanti, portato sulle spalle. E’ un po’ la storia che accomuna tutti i figli d’arte, specie se di quel calibro: e a volte le cose in campo, per i loro eredi, non sono semplicissime. Sicuramente i continui confronti non giovano, creando aspettative che magari poi non si riescono a concretizzare. Altre volte, semplicemente, magari l’occasione giusta va solo ricercata altrove.
Di questo giocatore, passato per la Roma recentemente, ci ricordiamo più che altro dei tanti soldi spesi per comprarlo – circa 20 – e del fatto che è diventato il più giovane della storia romanista a segnare un gol in Champions League. Su di lui, in effetti, la società ci aveva puntato con decisione: oggi scopriamo però che aveva deciso di venire in Italia soltanto perché pensava di avvicinarsi più velocemente ad un’altra big. Evidentemente aveva sbagliato i calcoli.
Kluivert, dal fallimento in Serie A alla rinascita in Premier
Ovviamente non c’è nulla di male a sognare un top club, specie se come in questo caso si tratta del Barcellona. Quale giocatore non vorrebbe giocarci? Il problema, semmai, è immaginare di sfruttare il blasone di un club altrettanto importante, quale la Roma in questo caso, per arrivarci. Sfruttandolo cioè come un mero mezzo, in barba a storia e identità. Per questo le parole di Justin Kluivert raccolte dal quotidiano De Telegraaf hanno fatto un po’ storcere il naso ai tifosi.
“Pensavo che andare alla Roma rappresentasse la via più veloce per arrivare a giocare al Barcellona“, ha confessato il giocatore. “Chiaramente non è così semplice“. Incredibile, verrebbe da pensare. L’attaccante, c’è da dire, dopo la deludente esperienza in giallorosso comunque ha ritrovato continuità e prestazioni, diventando uno dei punti fermi del Bournemouth. Una sorta di rivincita personale, ci mancherebbe, ma forse il concetto espresso sulla Roma sarebbe potuto essere formulato diversamente.