Dopo Bove anche Calafiori: “Dell’addio alla Roma? Ci rimasi male”

Un viaggio tra emozioni, scelte difficili e nuove sfide. Un racconto che svela una prospettiva inaspettata e un cambiamento radicale.

Melissa Landolina -
Tempo di lettura: 2 minuti
intervista Calafiori
Riccardo Calafiori (asna foto)

Un addio che ha lasciato il segno, una crescita che non si ferma. La storia di Riccardo Calafiori, difensore dell’Arsenal, continua a intrecciarsi con quella della Roma, il club che lo ha cresciuto e che, a un certo punto, ha dovuto lasciarlo andare. Un distacco che non è stato semplice, ma che ha segnato il punto di svolta della sua carriera.

Il giovane talento ha ripercorso il suo passato in un’intervista rilasciata a Rivista Undici, rivelando il legame speciale con i colori giallorossi e le sensazioni provate nel momento della separazione. “All’inizio ci rimasi male, ma non ho mai provato rancore”, ha confessato, sottolineando quanto fosse difficile per la società prevedere l’evoluzione di un calciatore così giovane. “La Roma è stata una parte enorme della mia vita e continuo a pensarne solo positivamente”. Parole che testimoniano quanto l’esperienza nel club capitolino sia stata determinante per la sua crescita, non solo come giocatore, ma anche come uomo.

Dopo l’addio alla Serie A, Calafiori ha trovato spazio prima nel Basilea, poi nel Bologna di Thiago Motta, fino al grande salto in Premier League, dove sta affrontando una delle sfide più impegnative della sua carriera. Il passaggio al campionato inglese ha rappresentato un cambiamento radicale, non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto per il diverso approccio al gioco.

Il confronto tra Serie A e Premier League

Adattarsi al ritmo della Premier League non è stato semplice, ma Calafiori ha accettato la sfida con entusiasmo. “Qui si gioca con un’intensità incredibile, è tutto un altro mondo rispetto alla Serie A”, ha spiegato, evidenziando le principali differenze tra i due campionati. In Inghilterra, ogni partita è combattuta fino all’ultimo istante, con squadre che non smettono mai di attaccare. “Non esiste il concetto di controllare la partita, conta solo segnare un gol più dell’avversario”, ha aggiunto, sottolineando la mentalità offensiva che domina il calcio britannico.

Un adattamento che sta portando frutti, grazie alla sua determinazione e alla voglia di migliorarsi costantemente. Il percorso di Calafiori è appena cominciato, e ogni sfida rappresenta un nuovo tassello di un’avventura ancora tutta da scrivere.