Ranieri prima esalta Pellegrini poi lo punge: “Su questo è rimasto indietro”

Il tecnico della Roma ha spiegato cosa manca al Capitano giallorosso per migliorarsi e poter diventare determinante per questa squadra.

Melissa Landolina -
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Ranieri in conferenza stampa
Ranieri in conferenza stampa -RomaForever.it

Claudio Ranieri, con il suo solito carisma e la sincerità che lo contraddistingue, ha raccontato la quinta vittoria consecutiva della sua Roma con un misto di soddisfazione e affetto nei confronti dei suoi giocatori.

“Non possono farmi soffrire sempre così!”, ha scherzato, lasciando trasparire la tensione vissuta durante la partita. Soulè è andato a segno dopo soli 21 secondi e la partita si è conclusa sul risultato di 0-1 lasciando fino all’ultimo i giallorossi con il fiato sospeso. Tuttavia la sostanza è chiara: la squadra ha dimostrato carattere, umiltà e una determinazione crescente, ingredienti fondamentali per proseguire su questa strada.

Pellegrini e il suo ruolo centrale

Un nome spicca tra tutti: Lorenzo Pellegrini. Il capitano della Roma ha messo in mostra una prestazione fatta di sacrificio e qualità, caratteristiche che non sono passate inosservate agli occhi di Ranieri. “Benissimo, ha fatto una gara di quantità e qualità”, afferma senza esitazioni. Ma il tecnico lancia anche un messaggio importante: il calcio sta cambiando, gli arbitri hanno modificato il loro modo di dirigere le partite, e Pellegrini deve adeguarsi. “Gli ho detto di non fermarsi mai e reagire”, suggerisce, lasciando intendere che per il centrocampista della Roma c’è ancora un margine di crescita: “Adesso gli arbitri hanno cambiato il modo di arbitrare, lui è rimasto un po’ indietro. Ma è solo questo che gli manca, poi non gli va insegnato nulla2.

E poi arriva quella frase che accende la curiosità: “Il capitano oggi ci ha deliziato, soprattutto nel primo tempo. Ha sempre giocato per la squadra, mentre qualcuno ha giocato per se stesso. Ma non dico chi è”. Un’affermazione che lascia spazio a interpretazioni e che inevitabilmente accende il dibattito. Chi è il giocatore che ha pensato più a sé stesso che alla squadra? Ranieri, con la sua esperienza, sa come stimolare il gruppo e tenere alta l’attenzione.