Eldor Shomurodov (foto instagram)
Ci sono notti che nascono in silenzio, con poche aspettative e qualche ombra di troppo. Eldor Shomurodov conosce bene quella sensazione, l’ha vissuta sulla sua pelle diverse volte in questa ultima stagione, quando una prestazione opaca lo relega poi in panchina. Ma il calcio ha memoria corta e a volte basta un istante per riscrivere una storia intera.
L’ingresso in campo contro l’Athletic Club è arrivato senza clamore, al minuto 65, in una partita bloccata e difficile da sbloccare. Al posto di Artem Dovbyk, Shomurodov ha portato energia e rabbia, buttandosi su ogni pallone con la fame di chi sa che le occasioni non sono infinite. Ogni contrasto, ogni scatto era un messaggio: ci sono, non sono sparito.
E poi, proprio quando tutto sembrava destinato a chiudersi con un pareggio che non avrebbe lasciato traccia, è successo quello che nessuno si aspettava. Un ultimo pallone vagante, un attimo di esitazione della difesa avversaria e la zampata di Eldor, precisa e rabbiosa, ha gonfiato la rete. L’Olimpico è esploso, un boato che ha cancellato dubbi e critiche, trasformando la frustrazione in euforia pura.
Ma a rendere quel momento ancora più iconico è stata l’esultanza di Shomurodov, diventata subito virale. Mani davanti al viso, dita che si muovono a disegnare ragnatele invisibili. Un gesto ispirato a Spiderman, un modo di festeggiare che nel calcio ha già trovato altri interpreti, da Julian Alvarez a diversi talenti sparsi per l’Europa.
“È stato un momento incredibile, volevo solo regalare qualcosa ai tifosi, un gol e un sorriso” avrebbe confidato a chi gli era vicino dopo la partita. Un attimo di gioia pura che ha fatto il giro dei social, trasformando un gesto spontaneo in un simbolo di riscatto e appartenenza.
Shomurodov non ha solo segnato un gol, ha ripreso il suo posto nella storia di una stagione che ha ancora tante pagine da scrivere. E chissà che proprio quell’esultanza, nata dal nulla, non diventi il suo segno distintivo da qui in avanti.