Curva Sud (ansa foto)
C’è un dettaglio che si muove sottotraccia, nascosto tra i regolamenti e i calendari, ma capace di stravolgere il percorso europeo di due squadre. Roma e Lazio, separate da una rivalità lunga decenni, potrebbero ritrovarsi a condividere molto più di una città o uno stadio. Se entrambe dovessero superare gli ottavi, il destino le metterebbe davanti a uno scenario che pochi tifosi immaginano.
La regola è chiara, anche se raramente diventa protagonista. Due squadre che condividono lo stesso stadio non possono giocare in casa a distanza di sole 24 ore. E quando il calendario di Europa League stringe e le partite si accumulano, la questione non è più solo teorica.
A stabilire chi ha la precedenza è il ranking UEFA della fase a gironi, una sorta di classifica invisibile che decide le gerarchie. In questo caso, la Lazio sarebbe davanti alla Roma, e questo significa che i biancocelesti avrebbero il diritto di giocare il ritorno dei quarti all’Olimpico. Per la Roma, questo comporterebbe un’inversione automatica: andata in casa e ritorno fuori, una formula che cambia radicalmente la preparazione e la gestione di una doppia sfida europea.
Non ci sarebbe nemmeno spazio per una soluzione di compromesso. UEFA non concede anticipi al mercoledì quando si tratta di squadre che condividono lo stesso impianto. È una deroga che viene riservata solo ai club con impianti diversi, come accade spesso a Londra.
E non è solo una questione di logistica. Giocare il ritorno fuori casa significa privarsi dell’Olimpico nel momento in cui il passaggio del turno si decide. Quello stesso stadio che, nelle ultime stagioni, è diventato un fattore determinante nelle notti europee della Roma. Ecco perché, per i giallorossi, questo scenario non è un semplice dettaglio, ma una variabile che può davvero cambiare il percorso verso una nuova possibile finale.