curva sud (foto Romaforever)
C’è qualcosa di inspiegabile, un’emozione che si mescola tra passione e delusione. Ogni tifoso si aggrappa a un sogno, ma quando la realtà diventa un muro troppo alto da superare, cosa resta? Una fede incrollabile o il desiderio di vedere qualcosa di diverso?
Mario Corsi, voce storica dell’etere romano, non si nasconde dietro frasi di circostanza. “Noi discutiamo la Roma che è nona, e invece ci piacerebbe che arrivasse tra le prime tre. Io non so come si fa ad amare questa squadra, a parte Dybala, Konè e Mancini. Ami la maglia, perché la maglia è un’altra cosa, ma certi giocatori come puoi amarli…” Parole che risuonano come un pugno nello stomaco per chi, ogni settimana, spera di vedere una squadra all’altezza delle proprie aspettative.
La Roma non è solo una squadra, è un’appartenenza. Eppure, c’è un confine sottile tra il supporto incondizionato e la necessità di pretendere di più. Non basta un nome sulla maglia per scatenare l’amore di un popolo intero, non quando la classifica racconta una storia fatta di occasioni mancate e di aspettative tradite.
L’identità della Roma è radicata nei suoi tifosi, in quell’amore incondizionato che si tramanda di generazione in generazione. Le notti europee, le rimonte epiche, i momenti di gloria: sono questi i ricordi che tengono vivo il fuoco della passione. Ma è inevitabile chiedersi se oggi si stia assistendo a una squadra che onora davvero la sua storia o se si sia persa in una dimensione troppo distante dalle grandi ambizioni.
Corsi non fa sconti e pone una domanda che in molti si fanno: “Si può amare davvero questa squadra per quello che è oggi?” Il cuore dice sì, la testa forse tentenna. E in questo eterno contrasto tra sentimento e razionalità si muove l’anima del tifoso romanista, sempre pronto a credere che il meglio debba ancora arrivare.
La speranza è l’ultimo baluardo di chi non vuole arrendersi. Ogni domenica, ogni partita, ogni momento vissuto con la Roma è una prova d’amore. Ma fino a che punto si può sopportare la frustrazione di un progetto che non decolla? La tifoseria romanista non smetterà mai di lottare, ma vuole vedere sul campo la stessa dedizione che offre sugli spalti.