Edoardo Bove (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
Edoardo Bove ha vissuto quel 30 agosto come un giorno che difficilmente dimenticherà. Ci sono state decisioni, emozioni e scelte che avrebbero potuto portarlo lontano da Roma in un modo completamente diverso.
“Edoardo non è solo un assistito, è un ragazzo speciale.” Con queste parole, Diego Tavano, agente del centrocampista, racconta la sua profonda stima per lui. “Ha solo 22 anni, ma la maturità di un uomo. Intelligente, sensibile e determinato.” Dopo un periodo complicato, oggi sta meglio e continua a sottoporsi a controlli medici, ma l’ottimismo non manca.
Il suo caso ha unito il mondo del calcio, superando ogni rivalità. A Sanremo lo ha raccontato lui stesso, ricevendo un sostegno incredibile da tutta Italia. E non solo. “Firenze e la Fiorentina lo hanno accolto con affetto, la città e i tifosi gli sono stati vicini. La società non lo ha mai lasciato solo. Firenze ha dimostrato ancora una volta di avere un cuore grande.”
Un possibile ritorno in Serie A? Il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha espresso il desiderio di rivederlo nel campionato italiano. “Abbiamo un ottimo rapporto con Abodi, ci ha invitati al Ministero e presto lo incontreremo. Il suo interesse dimostra quanto sia importante questa tematica. Servirà un confronto nelle sedi opportune per capire se ci siano i margini per un suo ritorno in campo.”
E se il futuro fosse lontano dall’Italia? Bove e la sua compagna, Martina, amano Londra. “La Premier League potrebbe essere un’opzione, ma per ora nulla di concreto.” Un’idea che resta sullo sfondo, in attesa degli sviluppi futuri.
Ma la vera questione riguarda il passato e la cessione dalla Roma. Si è parlato di un trasferimento forzato al Nottingham Forest. Quanto c’è di vero? Tavano non ha dubbi: “Il 30 agosto è stato un giorno che non dimenticheremo mai. Ci siamo trovati con le spalle al muro. Il trasferimento al Nottingham con un eventuale prestito all’Olympiacos non ci convinceva. La Fiorentina, invece, era la destinazione perfetta. Da settimane ero in contatto con il direttore Pradè, e abbiamo lavorato per quella soluzione.”
Una scelta che ha creato tensioni. “Non capivamo il motivo di una cessione a una cifra così bassa. Edoardo considera Roma casa sua, ma quando ha compreso la volontà della società, ha fatto la sua scelta. E oggi possiamo dire che ha avuto ragione.”