L’affetto per Edoardo Bove è diffuso, la solidarietà arriva da tutte le parti per il giovanissimo calciatore romano costretto ad appendere gli scarpini al chiodo (almeno per ora) con la consapevolezza che “senza il calcio mi sento incompleto, come un cantante senza voce”. Questo è quanto ha confessato a Carlo Conti nel corso della sua apparizione a Sanremo.
Sul caso Bove interviene anche il ministro Abodi
Ma se la domanda che si ripete ormai da tre mesi è quando e se è previsto il ritorno in campo di Edo, il centrocampista della Fiorentina dovrà essere sottoposto a ulteriori esami clinici per verificare il suo stato di salute. Tutto questo mentre il ministro Abodi, come riporta il Messaggero, sembra intenzionato a modificare il protocollo sanitario che in Italia non prevede la possibilità di tornare a giocare nel calcio professionale dopo eventi cardiaci.
Edoardo, intanto, viene sottoposto ad altre indagini
L’unica possibilità resta, quindi, continuare a svolgere accertamenti, anche perché il limite per Bove non è la presenza del defibrillatore, ma riuscire a individuare qual è la patologia cha ha provocato l’arresto cardiaco. Un obiettivo necessario per capire se, nonostante l’impianto del dispositivo, il giocatore romano rischia un ulteriore malore.
La possibilità di modificare il protocollo sanitario per rivedere Edo in campo
Dal 1 dicembre scorso, quando al 17’ della partita Fiorentina-Inter, Edoardo viene sottoposto a indagini per chiarire l’origine del problema ed escludere che ci siano malformazioni genetiche che finora non sono state evidenziate. Tutto questo mentre Abodi sta verificando la possibilità di modificare il protocollo previsto per giocare in serie A. Il Ministro vuole rispettare le disposizioni previste, ma proprio alla luce di quanto sta succedendo a Edoardo Bove, vuole anche verificare la possibilità di apportare dei cambiamenti che prevedano il suo ritorno in campo.