La grande forma sfoggiata da Paulo Dybala in questa stagione con la Roma, da quando è arrivato mister Ranieri, lascia sorpresi soprattutto gli addetti ai lavori che hanno visto, spesso in passato, il campione argentino fermarsi per infortuni. Tra tanti, anche un grande ex Roma, Fabio Capello, nel congratularsi con sir Claudio per quanto sta facendo alla Roma resta interrogativo di fronte al ‘nuovo’ La Joya.
Capello: “Mi devi spiegare cosa gli hai fatto?”
“Mi devi spiegare una cosa – ha detto Capello al mister giallorosso ai microfoni di Sky Sport-. Dybala s’è sempre fatto male, non ha mai giocato tante partite come sta facendo adesso. Cosa hai fatto? Gli hai cambiato cura? Gli hai cambiato tipo di allenamento? Perché un giocatore così importante ad averlo sempre in campo, come fai tu, bisogna aver fatto qualcosa. Probabilmente gli sei entrato nella testa e io so che la testa fa consumare molta più energia rispetto alla parte fisica”.
Ranieri risponde con semplicità alla domanda
La risposta di Ranieri è chiara: “Lo stimavo da quando stava a Palermo, conosco tutta la sua traiettoria. È un giocatore immenso. Io gli ho dato fiducia e se la merita questa fiducia, perché è veramente un giocatore di un’altra categoria, riesce a tenere botta e, poi, riesce a giocare sempre. Io gli dico di divertirsi, perché per me è importante il bambino che hanno dentro. Sono professionisti, ma in fin dei conti giocano perché hanno amato sin da bambini questo mestiere (si corregge subito Ranieri), questo sport che poi è diventato un lavoro. Gli dico di divertirsi, di dare tutto sé stesso e quando lo vedo stanco lo cambio. Anche se quando gli chiedo se è stanco mi risponde sempre di no…”.
“Mi hai spiegato perché non si fa più male” commenta sorridente l’ex. Ma Ranieri sottolinea anche che “teniamo grande attenzione alla fase di recupero” soprattutto in questo periodo nel quale la Roma ha un calendario di impegni serrato.
Su Hummels e Paredes la precisazione del mister
Su Paredes e Hummesl, Costacurta chiede se si tratta di “leader in campo o anche nello spogliatoio?”. L’allenatore non ha dubbi: “Lo sono sempre, ma a Venezia li ho voluti lasciare a riposo, lontani dal calcio, perché da quando sono arrivato io sono sempre presenti”