I Friedkin - (RomaForever.it)
Ci sono squadre in cui il talento è un dettaglio, e altre in cui è una necessità. La Roma ha visto campioni incredibili calcare il prato dell’Olimpico, giocatori che non solo sapevano trattare il pallone, ma che avevano dentro qualcosa di speciale. Lo sa bene chi ha condiviso il campo con Candela, Cafu, Aldair, Delvecchio, Montella e Totti. Nomi che evocano un’epoca di battaglie, trionfi e carattere.
Oggi, però, qualcosa sembra essere cambiato. La domanda è inevitabile: è la qualità che manca o è una questione di mentalità? La risposta arriva da chi ha vissuto la Roma dall’interno, da chi ha respirato il peso di quella maglia: “Quando giocavo io alla Roma, eravamo un gruppo eccezionale. Non voglio sminuire la squadra di oggi, ma la differenza la faceva la voglia di vincere. Il carattere. Tutti devono capire per quale squadra e per quale tifoseria stanno giocando”. Non basta avere talento, serve grinta, orgoglio e determinazione. Queste le parole di un giocatore importantissimo che ha giocato in una Roma vincente, con grandi campioni: l’ex portiere Konsel.
Roma è una città che esalta e divora, un ambiente che può trasformarti in un idolo o travolgerti nel giro di poche partite. E se c’è un ruolo che più di tutti sente questa pressione, è quello del portiere. Nel corso degli anni, tanti si sono alternati tra i pali senza trovare continuità. Olsen, Mirante, Pau Lopez, Rui Patricio. Alcuni criticati, altri dimenticati, nonostante trofei e prestazioni importanti.
Per reggere certi palcoscenici, però, non basta la tecnica, serve una mentalità di ferro. Il numero uno tedesco ha aggiunto: “Bisogna avere carattere per giocare con continuità nella Roma. Per qualcuno è molto difficile; io ho questo carattere, la pressione mi piace e mi rende orgoglioso”. Chi non la sopporta, cede. Chi la ama, scrive la storia. E alla Roma, la storia l’hanno scritta solo i più forti.