La dura legge dell’ex, che nel calcio funziona quasi sempre, quest’anno con la Roma ci sta azzeccando sempre. Senza eccezioni. Poteva quindi non segnare Tammy Abraham? Certo che no. C’era da scommetterci. E addirittura non una ma ben due volte. Insomma, meglio di così – per l’ex centravanti giallorosso – non poteva andare. Per i romanisti, chiaramente, l’esatto contrario. L’attaccante inglese prosegue così la pessima tradizione di questa stagione per la Roma che prima di oggi aveva visto “esultare” contro pure Bove e anche Zaniolo. Una sorte, davvero, beffarda.
Con Abraham però il discorso è in realtà un po’ differente, se non altro perché, almeno teoricamente, il cartellino del calciatore è ancora di proprietà della società dei Friedkin. Non solo. A giugno, se non si troverà un accordo prima col Milan, intanto il centravanti ritornerà a Trigoria e poi si vedrà. Dal canto suo, c’è da dire, Abraham ha deciso di non esultare in occasione dei gol messi a segno. Tuttavia, al momento di uscire dal campo, c’è stata ugualmente qualche tensione con i suoi ex tifosi.
Sì perché in occasione della sua sostituzione tra lui e i tifosi assiepati nel settore ospite è salita la tensione. I giallorossi presenti a San Siro infatti gli hanno rivolto bordate di fischi a voler rimarcare una volta di più come di lui non si conservi più un ricordo piacevole dalle parti della Capitale. Non è certo un mistero infatti che Abraham e la Roma non si siano separati bene, specie dopo l’ultimo anno in cui l’inglese ha fatto veramente male al rientro dall’infortunio.
Tanti errori e pochissime gioie, l’esatto contrario di quanto era avvenuto nel suo primo anno in giallorosso. Da qui la volontà, da entrambe le parti, di separarsi: ma il divorzio era arrivato, per tutta una serie di motivi, soltanto l’ultimo giorno di mercato e peraltro con una formula non certo esaltante. Prestito secco di un anno nell’ambito dello scambio con Saelemaekers. Questi primi sei mesi tuttavia non hanno di certo contribuito ad alleviare la tensione tra il giocatore – che in più di una circostanza si è lasciato ad andare in dichiarazioni non proprio “distensive” – e i tifosi. Anzi. E la tensione è riesplosa tutta insieme proprio stasera.
E così quando Conceicao ha deciso di sostituirlo, Abraham come detto è stato accompagnato dai fischi del popolo romanista. Lui allora, anziché fare finta di nulla, si è girato verso il settore ospiti e ha mimato il segno della coppa, riferendosi in modo chiaro al trofeo vinto (la Conference, ndr) e alzato proprio durante la sua prima stagione in giallorosso. Come a dire: “Perché allora mi fischiate?“. Anche a fine gara, intervistato in diretta, il calciatore ha ribadito: “Ci sono rimasto un po’ male, mi hanno infastidito, ma questo è il calcio”.