De Rossi: “La vita è cambiata, ma certe cose non cambiano mai”

Un’intervista di Daniele De Rossi che fa riflettere su come il calcio e il mondo siano cambiati. Tra critica e nostalgia, l’ex capitano della Roma offre spunti interessanti.

Melissa Landolina -
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Tapiro a De Rossi
Tapiro d’oro a De Rossi – RomaForever.it

Daniele De Rossi rivelava la sua opinione su come il calcio e la società stessero evolvendo, in un’intervista che non è passata inosservata. “Il mondo è cambiato, non solo il calcio,” esordiva De Rossi, con un tono che mescolava consapevolezza e frustrazione. Il cambiamento non è mai facile da accettare, specialmente quando riguarda i giovani calciatori, che si trovano a vivere in un ambiente completamente diverso rispetto a quello che lui stesso ha conosciuto. “Che fai, te la prendi con i giovani calciatori? Lasciali stare, che ci vuoi fare?” dichiarava, invitando alla comprensione.

Quella che inizialmente sembrava una semplice osservazione, si è poi trasformata in una riflessione più profonda. “A volte danno fastidio pure a me quando li vedo,” ammetteva De Rossi, parlando della nuova generazione di calciatori, accusata di essere troppo focalizzata sul mondo dei social e della visibilità. La frase che più ha colpito è stata quella sui giovani che fanno dirette Instagram dallo spogliatoio prima della partita. “Io gli darei una mazzata da baseball sulla bocca,” aveva detto, una dichiarazione forte, che ha suscitato parecchie polemiche ma anche comprensione, sebbene molti abbiano notato il tono ironico dietro le sue parole.

“Noi calciatori facciamo troppo populismo”

De Rossi, nell’ormai lontano 2017 e all’epoca dell’intervista Capitano della Roma, non nascondeva il suo pensiero: nonostante il cambiamento dei tempi, credeva che alcuni valori non dovessero mai essere dimenticati. “Hanno 18 anni e tra venti anni anche loro si ritroveranno quello di 18 anni che farà un’altra cosa, e diranno: ‘Ma dai, quando eravamo giovani noi c’era De Rossi che ci faceva a pezzi se avessimo fatto una cosa così’,” osservava, come un invito alla riflessione. Eppure, nonostante la critica ai giovani calciatori, De Rossi sapeva che certe frasi – quelle di chi predica la fatica altrui come valore assoluto – sono spesso retorica, una “chiacchiera” che non serve a nulla. Aggiungeva: “A volte noi calciatori facciamo un po’ di populismo, frasi come ‘Il nostro non è un lavoro, i veri eroi sono quelli che si alzano alle 5 di mattina per andare a lavorare…’ Sì è vero, vabbè, ma basta dirlo.”

Le parole di De Rossi non sono solo un’ammissione di un cambiamento che non riesce a accettare completamente, ma anche una riflessione più ampia su come la società sta modificando la percezione del calcio e dei suoi protagonisti. Una testimonianza di un’epoca che, pur cambiando, lascia sempre qualche traccia di nostalgia.