A volte non serve solo una mossa per cambiare tutto. Quando Claudio Ranieri è tornato sulla panchina della Roma, il compito che lo attendeva andava ben oltre il semplice aggiustamento tattico. A 58 giorni dal suo terzo incarico, questa volta anche come dirigente, il panorama è cambiato: non completamente, ma quanto basta per intravedere il riscatto. Certo, la classifica parla chiaro, con la squadra lontana dalle ambizioni dichiarate e dai trofei tanto desiderati, ma qualcosa di nuovo e prezioso si sta costruendo dentro Trigoria.
Era il 10 novembre 2024 quando l’Olimpico, immerso in un’atmosfera cupa, ospitava una Roma-Bologna che sembrava anticipare un epilogo inevitabile. La sconfitta per 3-2 segnava l’ultimo atto della gestione Ivan Juric, un’avventura chiusa con una squadra priva di anima, reduce da risultati deludenti come la caduta contro il Verona e un opaco pareggio europeo. Juric non arrivò neanche davanti ai microfoni: l’esonero fu comunicato con una fredda nota ufficiale.
Quattro giorni dopo, Ranieri faceva ritorno, accolto da speranze e scetticismi. Era il suo terzo capitolo con la Roma, ma stavolta la missione era più delicata. Non si trattava solo di ridare equilibrio tattico, ma di restituire serenità e identità a una squadra che sembrava averle smarrite.
Quel novembre non fu segnato solo dai risultati negativi. Le immagini più amare arrivarono dagli spalti, con la Curva Sud che lasciava i seggiolini vuoti per protesta, in segno di disapprovazione verso un progetto ormai naufragato. Ranieri, conoscendo bene l’importanza del rapporto tra squadra e tifosi, scelse di ripartire proprio da qui. Nei suoi primi interventi pubblici, Sir Claudio ribadì più volte quanto la Roma avesse bisogno del sostegno della sua gente, lavorando per ricucire il legame incrinato.
L’immagine della squadra sotto la Sud festante dopo il derby vinto è uno dei simboli di questo rinnovamento. La Roma di Ranieri non è ancora perfetta, ma ha ritrovato un cuore pulsante, capace di risvegliare l’entusiasmo di un pubblico esigente ma appassionato.
Rispetto a quella Roma smarrita vista contro il Bologna a novembre, domani scenderà in campo una squadra trasformata. Cinque volti nuovi rispetto a quella serata amara, a partire dai “monumenti” come Hummels e Paredes, rilanciati da Ranieri dopo essere stati accantonati. Al loro fianco, la qualità ritrovata di Pellegrini e Dybala, entrambi assenti in quella partita, e l’estro di Saelemaekers, ormai recuperato dall’infortunio.
Ranieri ha riportato equilibrio, puntando su una rivoluzione silenziosa, fatta di pazienza e lavoro quotidiano. La frase pronunciata a Trigoria prima del derby, «Preparate corpo e mente», riassume perfettamente il suo approccio. Questa Roma non è ancora dove vorrebbe, ma ha imboccato la strada giusta, guidata da un allenatore che conosce bene cosa significa fare il bene del club.