L'ex attaccante della Roma Roberto Pruzzo - (RomaForever.it)
Il centravanti dello storico secondo scudetto romanista è tornato a parlare del momento della Roma, analizzando in particolare uno degli obiettivi messi nel mirino dal club. Stavolta il campo però non c’entra nel senso che, come vi stiamo raccontando, i Friedkin stanno sì allestendo una rivoluzione tattica della squadra – e dunque approntando le strategie di calciomercato – ma anche sistemando l’organigramma societario. Dal nuovo CEO – in arrivo Antonello – passando per la figura del Direttore Sportivo.
Com’è noto infatti l’avventura in giallorosso dell’attuale Direttore dell’Area Tecnica Florent Ghisolfi potrebbe essere ai titoli di coda. Il Dirigente francese, complice alcune operazioni rivelatesi completamente sbagliate, è finito nel mirino della famiglia americana che anzi avrebbe già individuato il suo sostituto. Insomma, per la Roma si profilano all’orizzonte dei cambiamenti drastici: e proprio su questi si è espresso stamani Roberto Pruzzo.
Il bomber giallorosso si è soffermato in particolare sulla figura di Giovanni Sartori, il nome sul quale i Friedkin sembrano voler puntare a partire dalla prossima stagione considerando che il contratto del Dirigente al Bologna, squadra dove lavora attualmente, scadrà proprio a giugno. Sartori del resto sarebbe un candidato davvero di primissimo livello considerando i grandi risultati sportivi ottenuti in carriera: dal “Miracolo Chievo”, passando per l’Atalanta fino ad arrivare alla stretta attualità con i rossoblù.
“Sartori è un taciturno, uno che va per conto suo, anche se vogliamo con un carattere spigoloso”, ha detto allora a questo proposito Roberto Pruzzo che si mostra d’accordo con l’eventuale scelta dei Friedkin . “E’ un grande professionista”– ha infine aggiunto – “lo dice la sua storia. Lui è uno che ti porta a casa il risultato. Mi piacerebbe vederlo alla Roma“.
Se effettivamente la scelta della proprietà americana dovesse ricadere su Sartori rappresenterebbe l’ulteriore conferma del loro cambio di vedute in merito alla gestione societaria. Sì perché venendo meno anche Ghisolfi a quel punto nell’organigramma resterebbero soltanto profili italiani, da Ranieri ad Antonello per l’appunto. Quello che in realtà – non ce ne vogliano i dirigenti venuti da fuori – chiede l’ambiente ormai da tempo…