A distanza di 15 giorni da quel maledetto malore in campo, Edoardo Bove, è tornato a parlare. Lo ha fatto tramite i social che per sua ammissione non ama molto o meglio: “La condivisione social non è la mia natura”.
Bove si sofferma sull’importanza dello sport come mezzo di unione
Come già aveva dato modo di far trapelare è un ragazzo concreto e con i piedi per terra che vuole rivendicare il messaggio di unione che lo sport deve trasmettere, quello stesso che “mi ha dato una forza e un coraggio incredibile. Non ho sentito la solitudine che spesso è presente in questo tipo di difficoltà”.
Edo e il suo amore per il calcio
Un ringraziamento sentito quello di Edo, nel quale la sua passione per il calcio è evidente in ogni parola scritta. Amore che va ben oltre le frasi, i luoghi comuni e l’aspetto economico. È quello stesso trasporto che tutti i pomeriggi lo portava da bambino a raggiungere il campo della Caffarella a Roma, vicino casa, a calciare il pallone.
Un legame che il malore non può recidere
E proprio questo legame non verrà reciso neanche da un malore o dal posizionamento di un defibrillatore, perché Edo continua a vedere il suo futuro calciando il pallone al punto da salutare tutti coloro che lo hanno sostenuto in queste due settimane sottolineando: “Ci vediamo presto… In campo!”.
Non ha assolutamente intenzione di smettere di fare quel che gli piace e che per lui è una ragione di vita e speriamo che il suo progetto di tornare nel rettangolo di gioco possa concretizzarsi al più presto…