Defibrillatore Bove, il cardiologo: “Grande equivoco”. E gela tutti

Il calciatore della Fiorentina si è sottoposto ieri all’intervento per l’impianto del defibrillatore sottopelle: adesso inizia la partita più lunga, quella relativa al futuro della sua carriera. Facciamo il punto

Luca Mugnaioli -
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Edoardo Bove – (RomaForever.it)

La nuova vita di Edoardo Bove è ufficialmente iniziata. Alla fine ogni riserva è stata sciolta e al calciatore è stato impiantato il famoso defibrillatore sottocutaneo. Il giocatore, come appreso dalla stampa, adesso svolgerà la fase post-operatoria e sarà dimesso nei prossimi giorni. Forse già domani. Tutti i compagni di squadra lo attendono al Viola Park, poi ci sarà il ritorno, finalmente, a casa. Che poi, in realtà, visto come l’ex Roma è stato accolto in riva all’Arno, per lui sarà un po’ la stessa cosa.

Dopodiché però per il giovane talento capitolino inizierà la sfida più difficile. Ovvero capire chi diventerà da grande. In tutti i sensi vista l’età. Poiché è inutile girarci attorno per quanto faccia male ammetterlo: la carriera di Edoardo Bove, al di là se ancora in Italia o all’estero, ad oggi è avvolta nell’incertezza. Il calciatore tornerà in campo? Se sì quando? E soprattutto dove? Tutte domande che nei prossimi mesi dovranno trovare una risposta.

Il comunicato ufficiale della Fiorentina

Intanto facciamo un po’ di ordine. La Fiorentina, nel tardo pomeriggio di ieri, ha diramato un nuovo bollettino ufficiale sul calciatore dopo diversi giorni di silenzio. Nel testo, è doveroso precisare, non si parla mai di “defibrillatore“, una scelta dettata probabilmente dalla volontà di non alimentare speculazioni attorno al calciatore.

Ad ogni modo questa è stata la nota diramata attraverso i canali di riferimento del club:

“ACF Fiorentina comunica che l’operazione alla quale è stato sottoposto il calciatore Edoardo Bove è andata a buon fine. Edoardo ha contattato pochi minuti fa la Società e dalla sua viva voce il Club è stato informato che sta bene e che dovrà proseguire il percorso post operatorio prima di essere dimesso dall’ospedale nei prossimi giorni”.

Bove potrà giocare ancora in Italia? Ultime news

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Edoardo Bove alla Roma – (RomaForever.it)

La prima buona notizia da sottolineare è dunque quella che Bove oggi sta bene. Il peggio è definitivamente passato e quello spavento, terribile, datato 1 dicembre 2024, pian piano – servirà tempo s’intende – potrà essere lasciato alle spalle. Quali saranno però le prospettive calcistiche del giocatore? E’ questo che tutti continuano a chiedersi. Lo stesso Spalletti ieri ha ammesso come Bove fosse finito nel mirino azzurro augurandosi che un domani possa tornare a farlo.

La realtà ci dice però che, per il momento, stando così le cose il centrocampista non potrebbe giocare in Italia. Le norme in materia non lo permettono. All’estero però sì, dunque l’ipotesi di una carriera “alla Erikson” resta lo scenario più verosimile. Ma non l’unico: in primis perché la legislazione potrebbe sempre cambiare nel nostro Paese e in secondo luogo perché, è bene precisarlo, il dispositivo impiantato a Bove sarà removibile. E’ stato il protocollo medico a prevederlo, apprendiamo, dato che il giocatore era arrivato in Ospedale con una patologia cardiaca.

Un passaggio dirimente si capirà – che di fatto riaprirebbe il discorso Serie Asu cui però qualcuno già sta frenando.

Il cardiologo: “Bove? Nessuno si prenderà la responsabilità di togliergli il defibrillatore”

Si perché come scrive oggi La Gazzetta dello Sport, sarà il calciatore nei prossimi mesi a decidere se rimuovere o meno il dispositivo. Chiaramente sulla base degli accertamenti che continuerà a fare nel frattempo. Perché non c’è carriera che tenga: la vita viene, ovviamente, prima d’ogni cosa. Specie dopo aver rischiato di perderla.

Sempre sulla rosea, a questo proposito, viene riportato il parere di Daniele Andreini, cardiologo al Galeazzi di Milano, anche in merito all’eventualità di togliere il defibrillatore.

“Il dispositivo impiantato a Bove generalmente non si toglie. A meno che, ma è rarissimo, la patologia non si risolva. Tutto nasce da un equivoco. Si dice: ‘In Italia non si gioca se si ha un defibrillatore’. No, io direi che in Italia non si gioca se si ha una patologia cardiaca tale da prevedere un defibrillatore”

Andreini quindi aggiunge:

“Si parla di defibrillatore removibile, ma questo non è un loop recorder che si tiene per un periodo che di solito va da sei mesi a un paio d’anni per monitorare le aritmie. Dopodiché è estremamente improbabile che un cardiologo si prenda la responsabilità medico-legale di togliere un defibrillatore a un soggetto che ha avuto un arresto cardiaco. Sarebbe come togliere la terapia-salva vita a qualcuno che ha un tumore”.