La Roma è ancora ‘orfana’ di Ceo. Dal 22 settembre dalle dimissioni di Lina Souloukou manca la figura dirigenziale. I nomi all’esame dei Friedkin sono stati tanti. Tra gli altri quello dell’ad del Sassuolo, Giovanni Carnevali.
Proprio al dirigente neroverde la Gazzetta dello Sport si è rivolta per avere un chiarimento in merito ai presunti colloqui intercorsi con la proprietà giallorossa. Ma in merito l’ad svela un retroscena di cui pochi sono a conoscenza: “Non sono stato mai contattato”.
Confessa Carnevali che “le voci sull’eventuale interessamento mi hanno fatto piacere. Ma non sono abituato a riflettere su cose che non esistono. Semmai dovessi essere contattato ci penserei”. Seppure nell’ultimo periodo, quindi, il nome dell’amministratore delegato del Sassuolo lo volevano in contatto con gli imprenditori texani per ricoprire il ruolo dirigenziale rimasto scoperto nella Roma, al momento, di fatto nessun colloquio c’è stato.
L’idea di poter entrare a far parte di un grande club come quello giallorosso non sembra interessare così tanto Carnevali, per il quale “il Sassuolo è un grande club e soprattutto ha una grande proprietà. Ma resta il fatto che per me conta non dove lavori, ma come. È importante il modo in cui la società intende il tuo lavoro e te lo lascia svolgere”.
Per quanto concerne il calcio dei fondi, delle proprietà stranieri, degli algoritmi l’ad neroverde specifica: “Sono vecchia maniera. La mia visione è ampia e si basa su calcio e scrivania. Potrei anche lavorare con un fondo, ma il problema oggi è che in tanti si affidano a uomini non di calcio”.